N.06
Novembre/Dicembre 2020

Iter Petri

In cammino verso il Giubileo 2025

Il percorso

 

“Ad Limina Petri” – verso il soglio di Pietro – è la mèta dei pellegrini che da quasi 2000 anni, da ogni punto cardinale e da lontanissime latitudini si mettono in marcia verso la tomba del santo, verso Roma.

Oggi questa mèta si prepara ad essere raggiunta anche da chi si metterà in cammino “sulle orme” del Santo, lungo l’”Iter Petri”: il cammino di San Pietro è una storia, una narrazione, un progetto sospeso a cavallo tra l’agiografia, il mito, la leggenda, la storia, la tradizione popolare, il culto arcaico e l’identità antica dei popoli.

Pietro è il primo degli apostoli, il “pescatore di uomini”, il portavoce dei dodici e colui che da Gesù stesso ottenne il Primato, la Pietra su cui è stata edificata la Chiesa. Molti riferimenti della sua vita e dei suoi viaggi apostolici si ritrovano nel Nuovo Testamento, in scritti apocrifi a lui attribuiti o riferiti e in numerosi testi di Padri della Chiesa.

La più antica testimonianza è la frammentaria iscrizione in greco “Pietro (è) qui” (πετρος ενι) ritrovata nel cosiddetto “muro rosso” presso la sua tomba, sotto l’attuale Basilica di San Pietro, datata attorno al 160: a Roma avrebbe trascorso gli ultimi anni della propria vita e vi morì, dopo aver probabilmente visitato diversi luoghi dell’Asia Minore ed altre province romane.

 

I viaggi di Pietro


Molto si conosce dei viaggi e delle tappe dell’apostolo Paolo, mentre minori notizie abbiamo riguardo agli spostamenti del principe degli apostoli: c’è una certa difficoltà a ricostruirne con esattezza i viaggi e a stabilirne le soste.

Le città nella Puglia che vantano la fondazione petrina delle proprie diocesi sono Otranto, Leuca, Taranto e Lucera. Vicino Pisa, secondo la tradizione, l’antica basilica di San Piero a Grado sarebbe stata edificata nel luogo in cui l’Apostolo sarebbe approdato nel 43 d.C. e lì avrebbe officiato la prima Messa Cristiana in Italia.

 

La Via Petrina, tra stupore e bellezza


Il tratto italiano della Via Petrina – l’ “Iter Petris” – inizia a Santa Maria di Leuca, dove una “croce petrina” in ferro con due chiavi incrociate indica il passaggio di Pietro che – lungo i Cammini di Leuca – incontra altri segni, come il pozzo e l’attigua chiesetta di San Pietro a Giuliano, o l’antichissima chiesetta di Otranto, o la città di Galatina, precedentemente San Pietro in Galatina, che nella chiesa madre conserva la pietra sulla quale San Pietro si sarebbe riposato nel suo viaggio da Antiochia verso Roma. A Gallipoli è la chiesetta di San Pietro de’ Samari a ricordare il passaggio dell’apostolo. A Taranto la visita dell’apostolo è riportata nella Historia Sancti Petri, testo agiografico risalente al IX-X secolo, ove si narra che Pietro, prima di entrare in città, si volle fermare sull’isola antistante, oggi chiamata Isola di San Pietro. Un Index Apostolorum del III secolo confermerebbe l’istituzione petrina dei primi vescovi pugliesi. Prima di raggiungere Roma, Pietro avrebbe ordinato il giovane diacono Cesario a Terracina.
Non si può escludere che l’apostolo abbia visitato più di uno di questi porti, seguendo le rotte commerciali che anticamente facevano scalo proprio in questi luoghi.  

 

Luoghi di culto


Il maggior luogo di culto dedicato all’apostolo è la basilica omonima della Città del Vaticano, ma tante altre chiese a Roma sono dedicate al santo: fra queste la basilica di San Pietro in Vincoli – dove si conservano le catene con le quali Pietro sarebbe stato incatenato nella sua prigionia -, San Pietro in Carcere – ex-carcere Mamertino, dove è tuttora visitabile la cella dove l’apostolo venne rinchiuso poco prima della morte -, la chiesa di San Pietro in Montorio – dove, secondo una tradizione alternativa, egli venne crocifisso -, la basilica di Santa Pudenziana – dove è conservata la tavola sulla quale l’apostolo avrebbe celebrato l’eucaristia -, la chiesa di Santa Prisca – l’antica casa, sull’Aventino, di Aquila e Priscilla -.

 

Lungo la Regina Viarum, sui passi di Pietro e Paolo


Sospese tra realtà e leggenda, le vite di Pietro e di Paolo si intrecciano più volte, sullo sfondo di una Roma popolosa e inquieta, in pieno fermento religioso e culturale. I due Santi, arrestati durante le persecuzioni di Nerone, si sarebbero ritrovati nella stessa prigione per poi separarsi, nel loro nel tragico epilogo: Paolo, cittadino romano, ebbe il ‘privilegio’ di una morte meno dolorosa e fu decapitato presso le Acquae Salviae, a sud di Roma nel 67 d.C.

 

Domine, Quo Vadis?


Pietro tentò di scappare, ma, sull’Appia, incontrò Gesù: «Dove vai Signore?» gli chiese l’apostolo. «Vado a Roma a essere crocifisso di nuovo». È una leggenda quella del Quo Vadis, nella quale però riecheggia la stessa identità cristiana, che sta tutta nel seguire il Signore.
Una leggenda antica, tanto che le prime fonti risalgono agli inizi del cristianesimo di Roma.  Ambrogio, appunto, ma anche Origene e gli Acta S. Petri. L’apparizione di Gesù lo convinse a tornare indietro e affrontare il martirio e la crocifissione nel Circo di Caligola ai piedi del colle Vaticano: non ritenendosi degno di morire come Cristo, ottenne che la croce fosse piantata capovolta.

 

Lungo la via Appia


Lungo la via Appia Antica si trovano il “Titulus Fasciolae”, che ricorda il momento in cui Pietro, in fuga, avrebbe perso una fascia usata per curare una piaga causata dalle catene che l’avevano costretto in cella, e un altro piccolo tempio.

Dal 258 gli apostoli Pietro e Paolo sono venerati presso la via Appia “ad Catacumbas” – le catacombe di San Sebastiano: in tale luogo sarebbero stati traslati per alcuni anni i corpi dei due apostoli.

 

San Pietro accoglie nello stupore


Per capire che cosa significhi giungere pellegrini a San Pietro, oggi, occorre trovare la capacità di mettersi nei panni del fedele o del viaggiatore che da qualche parte del mondo cristiano viene a Roma per la prima volta. E cogliere l’emozionante stupore che gli tocca l’anima.
San Pietro è la più grande delle quattro basiliche patriarcali della Città eterna, ma è anche il centro del cattolicesimo nel mondo. La basilica è costruita sulla necropoli in cui è sepolto l’Apostolo, e la sua tomba si trova oggi sotto il baldacchino del Bernini, assieme a 22 altre tombe recuperate nel XX secolo.

Ciò che più impressiona del sepolcreto è che è quasi intatto: è oggi com’era poco prima che Costantino lo interrasse. Percorrendolo, si ricalcano i passi degli antichi cittadini di Roma, ma anche di quei pellegrini che si recavano a pregare alla tomba dell’apostolo Pietro fin dalla notte dei tempi. L’emozione rivive in ogni singolo mattone, marmo, statua, scritta e decorazione di questa antica strada tra le tombe, fino al luogo della sepoltura del pescatore di Galilea divenuto apostolo di Cristo.

 

Verso l’”Iter Petri


I luoghi di Pietro in Italia, legati al suo passaggio, alla tradizione ed alle leggende, alla narrazione antica, alla più profonda devozione popolare ed anche al folklore delle comunità ed alle identità locali diventeranno, insieme una via di pellegrinaggio, che dalla “Fine delle Terre” abbracciata dal Mediterraneo, guarderà a Roma e vi arriverà anche attraverso le più antiche vie storiche e rotte commerciali.

 

È il progetto “Iter Petri”, un tavolo di lavoro coordinato dall’ufficio di pastorale del turismo sport e tempo libero della CEI e con il contributo dell’associazione “Ad Limina Petri”.

Per approfondimenti, info e contatti: www.adliminapetri.it, info@adliminapetri.it.

 

 

La strada

 

È ancora scritto sulle pagine della sua storia questo cammino che vedrà la vita per il Giubileo del 2025. Tra le pagine della storia del pescatore di Galilea, ritrovatosi sulla barca non sua della Grazia a remare insieme ai suoi compagni d’avventura verso porti inediti di perdono e di gioia. Sarà un cammino per i cercatori di pace d’ogni tempo, per chi vive l’inquietudine del non sentirsi mai vivo abbastanza, per chi vive la tempesta del sentirsi strattonato da mille preoccupazioni. Sarà un’esperienza di ricerca!

«Sulla tua parola». Iter Petri sarà un cammino di fiducia in quella Parola inedita che continuamente raggiunge il cercatore di senso e nelle capacità di ognuno che permettono di non lasciarsi fagocitare dalla tristezza ma aprono ad un Amore riconosciuto come Colui che viene incontro per salvare e rendere felici.

«Tu sei il Cristo». Iter Petri sarà un laboratorio di f…atti! F…atti di fede. Ogni pellegrino sarà chiamato a frugare nella bisaccia delle certezze e delle convinzioni per scoprire ciò su cui vale la pena scommettere la vita. F…atti di speranza. Ognuno avrà la possibilità di sintonizzare i propri sogni e desideri con quelli dell’umanità inquieta e con quelli di un Dio che rimane inquieto fin quando non ritrova l’uomo come sua immagine e somiglianza. F…atti di carità. Si avrà la possibilità di allenarsi in gesti concreti di vita entrando in luoghi ed esperienze in cui la tenerezza si fa linguaggio.

«Signore, tu lo sai». Iter Petri sarà una via attraverso cui riprendere a dialogare con Dio in modo sincero e franco. Su questa strada il pellegrinaggio si farà diario in cui appuntare le parole, i gesti, i segni di una presenza che spiazza e che spinge a non accontentarsi del “così fan tutti”.

«Tu sei Pietro». Iter Petri ha una meta ben precisa: ritrovarsi nel cuore di un Dio che chiama per nome e sentire la verità di ciò che don Tonino Bello scriveva: In una turba sterminata di gente risuona un nome: il tuo. Stupore generale. A te non aveva pensato nessuno. Lui sì! Più che “vocazione”, sembra una “evocazione”. Evocazione dal nulla. Puoi dire a tutti: si è ricordato di me. E davanti ai microfoni della storia (a te sembra nel segreto del tuo cuore) ti affida un compito che solo tu puoi svolgere. Tu e non altri. Un compito su misura… per Lui. Sì, per Lui, non per te. Più che una missione, sembra una scommessa. Una scommessa sulla tua povertà. Ha scritto “T’amo” sulla roccia, sulla roccia, non sulla sabbia come nelle vecchie canzoni. E accanto ci ha messo il tuo nome. Forse l’ha sognato di notte. Nella tua notte. Alleluia. Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me.