N.06
Novembre/Dicembre 2020

Ritrovarsi in cammino

Tra commedia e dramma, "Parlami di te" di Hervé Mimran è la messa in scena di un cammino di riconciliazione con se stessi e con la vita. Fabrice Luchini da applauso

Prende le mosse da una storia vera il film Parlami di te (Un Homme Pressé, 2019) di Hervé Mimran, quella del manager Christian Streiff, raccontata nel romanzo “J’étais un homme pressé”. A ben vedere, però, è una storia piuttosto comune: quando si lavora, e tanto, ci si lascia avvolgere da continui impegni; passano le stagioni, gli anni, la vita sembra sfuggire via e con essa anche le relazioni, familiari e di amicizia. Si corre inseguendo un impegno o un incarico dopo l’altro… finché non è la vita stessa a volte a imporre uno stop. Un fermarsi che diventa l’occasione per ricentrarsi.  

Parlami di te è dunque la storia di Alain (Luchini), cinquantenne dai modi asciutti e dalla vita rigorosa, manager di successo a capo di un importante gruppo automobilistico francese. Alain vive per il lavoro e di lavoro; a casa non lo si vede mai, a stento incontra la figlia Julia (Rebecca Marder). Legami non ne ha, perché è vedovo da anni e il lavoro è il suo rifugio. Corre veloce Alain, senza sosta. La vita però gli gioca un brutto tiro, un ictus. I danni più gravi sono scongiurati, ma l’uomo si scopre incapace di parlare; emette, infatti, suoni scomposti ed è costretto, controvoglia, ad affidarsi all’aiuto di un’ortofonista. Scaricato poi dal lavoro, Alain si trova dentro un’ingombrante bolla di solitudine; lì capisce che deve recuperare, oltre alla parola, la strada del cuore, in primis quello di sua figlia.  

Seppur disseminata di sofferenze e fatiche, la malattia diventa pertanto l’occasione per ripensare tutto; un tempo prezioso per ricominciare e per ritrovarsi: oltre a sfidare se stesso nella lotta verso la riconquista della parola, Alain ingaggia anche un confronto aperto con la Natura e si mette in viaggio lungo una delle rotte del Cammino di Santiago de Compostela. Un viaggio fisico e spirituale che schiude anche alla riconciliazione. Un camminare, il suo, che nasce in solitario, ma che diventa progressivamente affollato di presenze e di tenerezza.  

Parlami di te è un’opera convincente e delicata, che coniuga dramma e umorismo gentile, governata da una buona regia, ma soprattutto sorretta dall’interpretazione potente e raffinata di Fabrice Luchini, attore francese maiuscolo noto per “Molière in bicicletta” (2013) e “La corte” (2015, Coppa Volpi al Festival di Venezia). La Commissione nazionale valutazione film CEI ha riconosciuto il film “Parlami di te” come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti (www.cnvf.it). 

 

 

Schermi paralleli. Sul tema della caduta e del riscatto fisico-esistenziale si segnala la serie tv Rai-Lux Vide “Doc. Nelle tue mani” diretta da Jan Maria Michelini e Ciro Visco con Luca Argentero. Una vicenda vera, quella del medico Pierdante Piccioni, chiamato, dopo un incidente, a tornare alla vita nel segno della condivisione.