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L’inizio della gioia

In occasione della Giornata mondiale della felicità, il giornalista Sergio Centofanti, ha proposto una sorta di decalogo della gioia, tratto dal magistero di Papa Francesco. Riportiamo qui un estratto del primo punto.

 

L’inizio della gioia è cominciare ad essere attenti agli altri. Il cammino della felicità comincia controcorrente: occorre passare dall’egoismo al pensare agli altri. Essere tristi – dicevano i padri del deserto – è quasi sempre pensare a se stessi. Così “quando la vita interiore si chiude nei propri interessi” e “non vi è più spazio per gli altri”, non si gode più “della dolce gioia” dell’amore. Infatti “non si può essere felici da soli”. Abbiamo bisogno di riscoprire la generosità, perché “Dio ama chi dona con gioia” (2Cor 9,7). Bisogna vincere la tentazione di chiudersi in se stessi, di isolarsi, credendosi autosufficienti, perché siamo tutti bisognosi di fraternità. La vita acquista senso “nel cercare il bene del prossimo”, desiderando la felicità degli altri: “Se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita. È bello essere popolo fedele di Dio. E acquistiamo pienezza quando rompiamo le pareti e il nostro cuore si riempie di volti e di nomi!” (EG 274).

 

(S. Centofanti, Papa Francesco e la via della vera felicità, 20 marzo 2019)

 

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