N.04
Luglio/Agosto 2021

Abitare il conflitto e trasformarlo creativamente

Premessa

Nel borgo di Rondine, a 12 chilometri da Arezzo, arrivano ogni anno, da oltre 23 anni, veri nemici: coppie di giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati o di società post-belliche. Sono giovani mossi dal desiderio di mettersi in gioco con una ricaduta nei loro territori al termine del biennio di convivenza. Hanno fiducia di scoprire una persona, un amico, in quello che avevano sempre visto come qualcuno da odiare. Si tratta di un cambiamento di mentalità immenso. Infatti, durante il percorso formativo, assistiamo a un continuo oscillare tra due poli: da un lato, disponibilità a collaborare e a stringere amicizie e, dall'altro, risucchio verso l'ostilità, causato, quasi sempre all'improvviso, da uno shock drammatico, come lo scoppio o la ripresa di guerra tra i loro rispettivi Paesi. Attraverso un approccio relazionale alla trasformazione creativa del conflitto, definito Metodo Rondine[1], questi giovani hanno l'opportunità di sperimentare due anni di percorso sulla decostruzione…

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