N.03
Maggio/Giugno 2022

Come sabbia

Teoria da studiare o terreno fecondo da arare?

Abbiamo alzato lo sguardo oltre la nostra realtà per scoprire le stelle che ci guidano, abbiamo provato a scendere nel nostro profondo per riconoscere quella roccia sulla quale costruire, rintracciando quel terreno fecondo che può davvero aiutarci a muovere i primi passi verso quella che papa Francesco chiama “ecologia integrale”.[1]

Ora è il momento di entrare. Aprire la porta per comprendere che il primo fondamento di tutta la società e, di conseguenza, di tutta la dottrina sociale, altro non è che la persona umana.

Quella umanità che costituisce la società, che è il soggetto principale di tutte le azioni e i comportamenti che posso rendere migliore o peggiore il mondo in cui viviamo.

Ci si può spingere persino a parlare di ecologia umana: quella relazione necessaria della vita dell’essere umano con quella legge morale che ha inscritta in se stesso, nella sua propria natura. Questa è la relazione indispensabile per poter creare un ambiente che sia più dignitoso e vivibile per tutti.[2]

Ma è proprio qui che dobbiamo riconoscere che, al di là delle belle teorie, parlare di persona umana non è altro che parlare di ciascuno di noi. Ognuno di noi è quel pezzo di puzzle indispensabile per la società e per tutta l’umanità, ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo unico e insostituibile. Infondo… non è proprio di questo che parliamo quando diciamo “Vocazione”?

Ci tremano le gambe pensando a come le nostre scelte, anche quelle piccole e di ogni giorno, possono essere quel contributo fondamentale per rendere il mondo più umano e vivibile.

Ci scontriamo poi con quella parte di noi fragile e debole, con i dubbi e le paure che ci abitano. E, se ci pensiamo, siamo pieni di fragilità e debolezze almeno quanto ne è piena la nostra madre terra.

Se apriamo i giornali o internet troviamo una infinità di analisi scientifiche sui cambiamenti climatici, sui danni ambientali e sull’irreversibilità di alcuni mutamenti. Ci basta però scorrere di poco il dito o il mouse per trovare altre notizie legate alla povertà, alla violenza, all’ingiustizia sociale, alla criminalità organizzata. Insomma… davvero tutto è connesso!

Siamo fragili come la nostra madre terra, siamo polvere, sabbia… ma forse è proprio nel nostro riconoscerci deboli che possiamo diventare quel potenziale fecondo che può cambiare la storia dell’umanità.

Diventiamo allora artigiani di pace, di futuro e di speranza lì dove siamo, nella nostra vita di tutti i giorni, nel nostro lavoro, nelle nostre relazioni, nei nostri gesti quotidiani:

“Ognuno svolge un ruolo fondamentale, in un unico progetto creativo, per scrivere una nuova pagina di storia, una pagina piena di speranza, piena di pace, piena di riconciliazione”.[3]

 

 

Lascio qui alcune “piste” di riflessione, alcuni testi, video o spunti per approfondire. Te li consegno così, come li ho trovati, come mi sono venuti in mente, senza commenti o cose aggiuntive. Vedi tu quale strada percorrere, cosa ti interessa di più, quale colpisce di più la tua attenzione. Te li lascio così, come il lievito che abbiamo tra le mani, impastalo tu nella realtà che vivi, con le persone che incontri, con la tua originalità e creatività. Buon lavoro, allora!

 

 – Strada sdrucciolevole

È un segnale di pericolo che preannuncia (di norma a 150 metri) un tratto di strada che può diventare sdrucciolevole (in cui diminuisce l’aderenza degli pneumatici) in particolari condizioni climatiche specificate nei pannelli integrativi (ghiaccio, pioggia).

Comporta di procedere a velocità moderata, evitare brusche manovre, accelerazioni, frenate e aumentare la distanza di sicurezza in quanto aumenta lo spazio di frenatura.

Il sorpasso è ammesso solo con particolare attenzione.[4]

Quante volte ci troviamo su strade e in situazioni “sdrucciolevoli”. Il comportamento da seguire in auto può essere una via per procedere, anche a velocità più moderata, verso il futuro che cerchiamo. Sia a livello personale che mondiale.

 

 – Briciola di Parola: Sal 139. Più della sabbia

Signore, tu mi scruti e mi conosci,

tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,

intendi da lontano i miei pensieri,

osservi il mio cammino e il mio riposo,

ti sono note tutte le mie vie.

La mia parola non è ancora sulla lingua

ed ecco, Signore, già la conosci tutta.

Alle spalle e di fronte mi circondi

e poni su di me la tua mano.

Meravigliosa per me la tua conoscenza,

troppo alta, per me inaccessibile.

Dove andare lontano dal tuo spirito?

Dove fuggire dalla tua presenza?

Se salgo in cielo, là tu sei;

se scendo negli inferi, eccoti.

Se prendo le ali dell’aurora

per abitare all’estremità del mare,

anche là mi guida la tua mano

e mi afferra la tua destra.

Se dico: “Almeno le tenebre mi avvolgano

e la luce intorno a me sia notte”,

nemmeno le tenebre per te sono tenebre

e la notte è luminosa come il giorno;

per te le tenebre sono come luce.

Sei tu che hai formato i miei reni

e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.

Io ti rendo grazie:

hai fatto di me una meraviglia stupenda;

meravigliose sono le tue opere,

le riconosce pienamente l’anima mia.

Non ti erano nascoste le mie ossa

quando venivo formato nel segreto,

ricamato nelle profondità della terra.

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;

erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati

quando ancora non ne esisteva uno.

Quanto profondi per me i tuoi pensieri,

quanto grande il loro numero, o Dio!

Se volessi contarli, sono più della sabbia.

Mi risveglio e sono ancora con te.

Se tu, Dio, uccidessi i malvagi!

Allontanatevi da me, uomini sanguinari!

Essi parlano contro di te con inganno,

contro di te si alzano invano.

Quanto odio, Signore, quelli che ti odiano!

Quanto detesto quelli che si oppongono a te!

Li odio con odio implacabile,

li considero miei nemici.

Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,

provami e conosci i miei pensieri;

vedi se percorro una via di dolore e guidami per una via di eternità.

 

 – Curiosità: Il colore dell’amore (Rupnik)

I mosaici nascono dallo scarto. Le pietre devono essere rotte, tagliate, ridotte in piccolissimi pezzi per diventare quei meravigliosi mosaici che osserviamo. E… se mancasse anche solo una piccolissima pietruzza… ce ne accorgeremmo!

 

 – DSC: Persona umana

A quest’uomo, che da Dio stesso ha ricevuto una incomparabile ed inalienabile dignità, la Chiesa si rivolge e gli rende il servizio più alto e singolare, richiamandolo costantemente alla sua altissima vocazione, perché ne sia sempre più consapevole e degno. 

I principi della dottrina sociale, nel loro insieme, costituiscono quella prima articolazione della verità della società, dalla quale ogni coscienza è interpellata e invitata ad interagire con ogni altra, nella libertà, in piena corresponsabilità con tutti e nei confronti di tutti. Alla questione della verità e del senso del vivere sociale, infatti, l’uomo non può sottrarsi, in quanto la società non è una realtà estranea al suo stesso esistere.

Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n.105.163

 

 – E tu… fai la tua parte?

Ognuno di noi è chiamato a dare il suo contributo unico e irripetibile per il bene di tutti…

 

 

[1] cf. Papa Francesco, Laudato si’ capitolo quarto.

[2] cf. Papa Francesco, Laudato si’ n.155.

[3] Papa Francesco, Fratelli tutti n.232.

[4] https://guidaevai.com/manuale-patente/strada-sdrucciolevole