N.03
Maggio/Giugno 2022

Innescare la vita

Dal kerygma al discernimento vocazionale

Appena una cinquantina di anni fa la parola greca kerygma era roba da specialisti, oggi è divenuta un termine un po’ invasivo, usato a proposito e a sproposito, che infesta convegni e sussidi. Va ricordato che il mondo dei dibattiti teologici ha, però, una tendenza tutta umana alle mode che implica un consumo costante di tematiche à la page con le loro parabole di interesse e c’è quindi da chiedersi se la questione in sé non sia già divenuta una passeggera infatuazione argomentativa e non molto più; vale a dire: la sua ridondanza ha davvero inciso sulla visione e sulla prassi pastorale e, nel nostro specifico, sulle consuetudini dell’accompagnamento al discernimento vocazionale? La risposta è: poco. Eppure quel poco vale la pena di non sperperarlo, perché era dall’epoca degli antichi grandi concili che l’argomento del kerygma si era andato lentamente intorpidendo, fino a divenire poco più che latente, senza mai…

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