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Solo tu mi hai guidata!

Laica, sposata con tre figli, Maddalena lascia tutto: casa, comodità, lavoro, per trasferirsi a Spello con il marito e la figlia minore, dove apre una comunità, la “Casa della Povera Gente”, che accoglie tutti nel più schietto stile evangelico e francescano.

Riportiamo qui un breve testo di Maddalena di Spello, tratto dal libro Il canto dell’allodola in cui racconta la sua esperienza spirituale di donna attratta da Dio.

 

Ho davanti a me i miei diari… Non si possono riassumere 13 anni di vita con Dio! Quando ci penso oggi, non posso fare nient’altro che lodare e ringraziare e per niente al mondo vorrei ritornare indietro. Perché? Ero come qualcuno che parte verso una montagna da scalare.

Nelle prime ore c’è l’incanto della valle, le piccole case di legno, i torrenti che scorrono sulle pietre levigate, ci sono curve di sentieri e boschi e ogni tanto all’improvviso si scopre la Cima che brilla nella’alto del cielo…

[…] Piano piano tu sali, scompaiano le case, scompaiono gli alberi che ti davano frescura e riparo, scompare la buona terra e ti rimane la Cima che ti pare sempre più lontana a mano a mano che tu ti avvicini. La stanchezza invade le tue membra e ormai fioriscono solo le pietre sotto i tuoi passi. Il sole si fa severo, implacabile, non c’è più niente per ripararti da Lui, devi rimanere esposta e Lui, nella visione è senza pietà. Tu vedi che sei piccola e tu capisci che il sentiero davanti a te è stretto, e peggio ancora, tu capisci che fra poco non ci sarà più il sentiero… C’è un tempo in cui la Cima stessa scompare, nascosta dalle rocce da oltrepassare.

[…] Solo tu mi hai guidata! Ti ho vista, Cima, e Tu mi hai sedotta! Io ero piccola e piena di fardelli, ma ormai ero ghermita e non raggiungerti sarebbe stato un morire!

Per un divino gioco Lui ti ha attirato là e là ti porta, ti dice il Suo nome e ti manda… E tu ti accorgi che ormai porti in te, nelle profondità più remote di te, la Cima scintillante di Luce.

 

(Maddalena di Spello, Il canto dell’allodola, Gribaudi 2009, pp. 62-64)