N.05
Settembre/Ottobre 2022

Verso l’altare di Dio

Aprirsi alla grazia per accogliere la volontà di Dio, consegnandosi liberamente e totalmente. In questo combattimento ci è amico il silenzio, affinché tutta la nostra vita divenga partecipazione al mistero della Redenzione. Riportiamo qui un testo di Edith Stein (1932), riportato nel libro De Miribel Elisabeth, Edith Stein. Dall’università al lager di Auschwitz.

 

L’anima femminile deve essere vasta, vuota di sé stessa, silenziosa, limpida e ardente. Poiché si tratta piuttosto di una disposizione generale che orienta l’anima, che non di un insieme di qualità precise le quali possono essere o non essere adoperate. Questa disposizione non la possiamo creare in noi con uno sforzo della volontà, essa è frutto della grazia. Quello che noi possiamo e dobbiamo fare è aprirci a questa grazia. In che modo? Rinunciando assolutamente al volere nostro e facendoci prigioniere della volontà di Dio, consegnando nelle mani divine l’anima nostra, tutta disponibile. Quindi il silenzio e l’oblio di sé sono strettamente interdipendenti. Per sua natura l’anima è sempre piena fino a traboccare… Una dopo l’altra, cose futili di ogni genere la riempiono, e mettono l’anima in uno stato di agitazione incessante, se non di inquietudine e tempesta. Fin dal primo mattino, al risveglio, vorremmo precipitare verso i compiti che ci molestano, le opere che ci sollecitano, di cui la preoccupazione ci ha sicuramente inseguite, forse fino a turbare il riposo notturno. È il momento di riprenderci e dire a noi stesse: attenzione, niente di tutto questo deve toccarmi. La prima ora della mia giornata appartiene al Signore. Il compito che Egli mi indicherà io lo farò, ma è Lui che me ne darà la forza. È così che “andrò verso l’altare di Dio”. Non si tratta qui di me, né delle mie capacità limitate, ma del Sacrificio per eccellenza, del mistero della Redenzione. Sono invitata a parteciparvi, a lasciarmici purificare e rallegrare; a lasciarmi prendere con tutto quello posso dare, offerta per soffrire, insieme alla Vittima pura, sull’altare. 

 

Edith Stein, in De Miribel Elisabeth, Edith Stein. Dall’università al lager di Auschwitz, Paoline, 1990