N.01
Gennaio/Febbraio 2023

Il tempo propizio dell’attesa

Non è detto che uno decida cosa diventare, è più probabile che uno diventi quel che non ha mai deciso”.

Paola Mastrocola, E se covano i lupi, Guanda

 

Ci sono un lupo filosofo che pensa e scrive e un’anatra che svolazza senza pensieri. Sono sposati e in attesa. Ci sono tre uova che devono schiudersi, e ancora non si sa se saranno anatroccoli, o lupacchiotti (a chi somiglieranno?). Aspettando la schiusa, i genitori “to be” vogliono mettersi alla prova: il lupo, essere meno perso nelle sue astrazioni, l’anatra, vedere il mondo. Così si scambiano i ruoli e, in un inedito “congedo parentale” il lupo, per dimostrare la sua concretezza, cova le uova, per permettere ad anatra, il cui unico scopo finora era di sbatacchiare le ali senza costrutto, di vedere e capire il mondo. L’unica condizione è che lei torni in tempo per vedere, insieme, le uova schiudersi. Hanno 28 giorni il lupo e l’anatra per diventare quello che non sono: il tempo che ci metteranno le loro uova a schiudersi, il tempo di covare o svolazzare e prepararsi a essere genitori. Un tempo magico e irripetibile, quello dell’attesa, in cui costruirsi, mettersi in discussione, scoprire le priorità autentiche, imparare a relazionarsi. Qualcosa che oggi sembra impossibile da coltivare. Si vuole tutto e subito, non si sopporta di “perdere tempo”: perché aspettare? E l’autrice sa fiocinare con precisione ed umorismo la frenesia dei sempre connessi: impossibile non pensare a un qualsiasi viaggio Milano-Roma (e viceversa) leggendo del treno ad “estrema alta velocità”, che non fa fermate e non si ferma mai, “strapieno di tacchini manager” che parlano soltanto al telefono davanti al portatile e mai tra di loro.

Ecco allora che il lupo non cova solo le uova, ma i pensieri: li fa crescere man mano prima di scriverli. Non “esterna” senza riflettere. E scrive, per mettere in fila i pensieri. Dal canto suo, l’anatra teme di sentirsi inadeguata di fronte ai figli in arrivo e non capisce come affrontare il cambiamento: diventare madre. “Ma una che diventa madre, deve cambiare? … Lei non aveva mai pensato di diventare alcunché. Era e basta. Era un’anatra, ci aveva messo così tanto a scoprirlo che le sembrava già moltissimo sapere chi era. Ma adesso che diventava madre cominciava a chiedersi: basterà?”.   

Nel loro viaggio, interiore e non, i due sposi in attesa scopriranno l’importanza dell’amicizia (sarebbe dura per il lupo senza il riccio e lo scoiattolo!), la serenità del saper apprezzare le cose semplici, e, soprattutto, di quanto si possa crescere in amore, per amore, aspettando che si compia la speranza.