N.01
Gennaio/Febbraio 2023

La relazione che cura

L'accompagnamento nel fine vita

«La morte è il naturale compimento della vita di ciascuno di noi. Ma se la vita terrena ha una dimensione finita, l’uomo è chiamato all’eternità […]. La speranza cristiana è che tutti noi possiamo, alla sera della vita, vivere la stessa esperienza finale di Giobbe: “io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto»” (M. Angelelli, Alla sera della vita). Offrire uno sguardo di speranza nella terminalità di un vissuto patologico è l’obiettivo principale di ogni accompagnamento palliativo: offrire attraverso il “porsi accanto a chi soffre” gli strumenti necessari per osservare il proprio vissuto e caricarlo di senso, vuol dire ridonare un orizzonte, riabilitare il desiderio, la speranza, la relazione. L’accompagnamento nel patire diviene in particolar modo fonte di speranza per chi soffre, ma il rischio maggiore dinanzi alla sofferenza dell’altro è quello di cedere all’illusione (“andrà tutto bene!”, “guarirai!”). In quali termini poter…

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