N.04
Luglio/Agosto 2023

Il midollo della felicità 

Una volta l’anno, il 20 marzo, festeggiamo la Giornata Internazionale della Felicità. La festa è stata istituita dieci anni fa dall’ONU con lo scopo di invitare tutti noi a porre attenzione sulla rilevanza della felicità e del benessere come aspirazioni universali per promuovere lo sviluppo sostenibile e l’eliminazione della povertà. Ma cosa significa essere felici? 

Una delle possibili risposte è quella dello scrittore Alessandro D’Avenia che, nella sua rubrica “Ultimo banco” (Corriere della Sera, 20/03/2023), istituisce un affasciante parallelismo tra felicità e “vita eterna”. Riprendendo il poeta Omero, spiega come “eterna” sia per lui “l’esperienza del midollo della vita”, infatti, Omero usa la parola greca aiòn / midollo per esprimere il concetto di eternità. Allo stesso tempo la vita eterna, o meglio una vita piena, coincidente per D’Avenia con una “vita felice subito”, è quella che il giovane ricco – nel Vangelo di Marco – chiede a Gesù. Per D’Avenia “La felicità è «vita eterna» se riesco liberamente a trasformare ogni istante in materia per essere e fare ciò che solo io posso essere e fare: creare secondo i miei talenti e amare secondo le mie possibilità, né più né meno. E se questo può accadere scrivendo, camminando, cucinando, facendo una lezione, con la febbre, con l’ansia, con la paura… e tutte le declinazioni del quotidiano.”

 

Clicca qui per leggere il Labs online, a cura della stessa autrice, dedicato ad accompagnare un gruppo di giovani a (ri)conoscere la felicità.