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Uno stupendo tuffo

Quell’illusione alla quale la natura si attacca come all’ultimo tesoro che le è rimasto, quella pretesa di possedere qualcosa, o di potere almeno per un’ora conservare, con le nostre sole forze, quel po’ di bontà che Dio può aver infuso in noi, è ciò che ci impedisce di essere felici in qualunque circostanza. In questo assomigliamo a quei bagnanti che non rinunciano a tenere i piedi – o un piede, magari un solo dito – sul fondo, quando invece la rinuncia a quell’appoggio significherebbe abbandonarsi a uno stupendo tuffo nella spuma dei marosi. Gli esiti della nostra rinuncia a quell’ultima pretesa di possedere una nostra intrinseca libertà, potenza o valore, si traducono nell’acquisizione della vera libertà, potenza e valore, che questa volta saranno davvero nostri, in quanto ci sono dati da Dio, e perché sappiamo che essi, in un altro senso, non sono «nostri».

 

(C.S. Lewis, I quattro amori, Jaca Book 1990, p. 119)