N.02
Marzo/Aprile 2024
Fonti /

Semi di contemplazione

Ogni momento e ogni evento della vita di ogni uomo sulla terra getta un seme nella sua anima. Come il vento trasporta migliaia di semi alati, così il flusso del tempo reca con sé germi di vitalità spirituale che si posano, impercettibili, nella mente e nella volontà degli uomini. La maggior parte di questi innumerevoli semi muore e va perduta, perché gli uomini non sono preparati a riceverli: tali semi infatti possono germogliare soltanto nella buona terra della libertà, della spontaneità e dell’amore. Questo non è un concetto nuovo. Cristo, nella parabola del seminatore, molto tempo fa ci disse che «il seme è la parola di Dio». Spesso pensiamo che questo si riferisca solo alla parola del Vangelo come viene predicata ufficialmente nelle chiese la domenica. Ma ogni espressione della volontà di Dio è, in un certo senso, una «parola» di Dio e quindi un «seme» di vita nuova. La realtà sempre mutevole in mezzo alla quale viviamo dovrebbe aprirci gli occhi alla possibilità di un dialogo ininterrotto con Dio. Con questo non intendo un «parlare» continuo, oppure una frivola forma interlocutoria di preghiera emotiva, come si usa qualche volta nei conventi, ma un dialogo di amore e di elezione. Un dialogo tra volontà profonde.

 

(T. Merton, Semi di contemplazione, Garzanti, Milano, 1953, p.8)

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