N.03
Maggio/Giugno 2009

Chi sono i miei collaboratori?

Briciole di apprendistato per il direttore del CDV

 

 

 

 

 

  1. Mobbing vocazionale

Tutti abbiamo sentito parlare più di qualche volta di mobbing. Un termine nuovo che fa immediatamente pensare a qualco­sa di bruciato, ad una sorta di assalto rovente, molto spesso collettivo, per creare spavento e che viene utilizzato per indicare una cattiva abitudine della modernità, una specie di virus creato dal progresso, per cui un individuo viene semplicemente elimina­to, perché percepito come una minaccia dal gruppo, che complotta contro di lui. Una strategia che usano anche gli animali, quando ag­grediscono in gruppo un altro esemplare della stessa specie, perché non viene riconosciuto ed accettato.

Certo, si tratta di una dinamica crudele, con cui si fa ostraci­smo di una persona dal proprio ambiente di impegno lavorativo, una vera e propria emarginazione professionale, che, a sua volta, produce una catena di relazioni disastrose. C’è e c’è sempre stato anche nella Chiesa. Protagonismo, invidie, gelosie, ambizioni… per raggiungere un determinato ruolo, un’ambita posizione sociale ed ecclesiale si fa entrare in funzione il mobbing, al fine di estromettere o neutralizzare altri, che sembrano ostacolare il raggiungimento del nostro scopo. Una catena di miserie umane, che striscia come un serpentone viscido lungo la storia della Chiesa fino ad oggi. E, poi­ché attualmente le vocazioni di speciale consacrazione sono poche e richiedono molta fatica e molto impegno, la Pastorale Vocazionale oggi è un campo particolarmente favorevole al mobbing. Direttori del CDV che escludono qualsiasi relazione con il servizio di Pasto­rale giovanile o con gli animatori vocazionali della Vita Consacrata, oppure con i rappresentanti di gruppi, associazioni e movimenti. Oppure all’opposto: animatori vocazionali della Vita Consacrata o dei vari gruppi che agiscono nel medesimo modo. Da una parte e dall’altra, sempre di mobbing si tratta: una gestione delle vocazioni in forma padronale, come se fossero gelosa proprietà di chi le trova, nemmeno si trattasse di pepite d’oro scoperte lavando nel setaccio le sabbie di un fiume aurifero o di preziosi tartufi bianchi del primo fortunato che li trova, perché magari ha un cane più addestrato. Il territorio diocesano si presenta allora come una sorta di riserva di caccia del vescovo o di questo o di quell’altro Istituto religioso o del tale movimento. E se qualcun altro si azzarda ad avvicinarsi e a vo­lere intraprendere qualcosa, si fa mobbing singolare o di gruppo. No, niente di tutto questo ci vuole con le vocazioni e con nessun’altra realtà ecclesiale ed umana.

 

  1. Ogni vocazione: un bene di tutti

Ogni vocazione, per ogni stato di vita, costituisce un grande bene per colui/ei, che è il/la primo/a destinatario/a. Ma è anche un dono per l’intera Chiesa, un bene per la sua vita e per la sua missione.

La Chiesa, dunque, in tutte le sue varie componenti, è chiamata a custodire ogni vocazione, a stimarla, ad amarla, a farla crescere fino alla pienezza di vita e di fecondità, non ad impossessarsene, catturandola per sé o rubandola ad altri. Tutti siamo semplicemente servitori e promotori di ogni vocazione nella sua unicità e varietà. Per questo è quanto mai urgente che, oggi soprattutto, si diffonda e si radichi in tutti la convinzione che i membri della Chiesa, nessuno escluso, hanno la grazia e la responsabilità della cura di tutte le vo­cazioni. Ci vuole e si esige allora un’azione unitaria, che sia frutto di uno sforzo armonicamente coordinato di tutte le componenti della comunità ecclesiale, la quale, per natura, deve essere impegnata a favorire, nella diversità dei carismi e delle responsabilità, tutte le vocazioni.

La Chiesa possiede, per grazia dello Spirito Santo, tanti doni vo­cazionali e carismatici, che possono e devono essere messi a servizio per l’utilità delle varie vocazioni, con le caratteristiche specifiche che ognuno può e deve offrire. L’unica cosa che assolutamente si ri­chiede come previa da parte di tutti è che ciascuno metta il proprio dono a servizio con pura gratuità, senza secondi fini (ad esempio mettendo a disposizione il proprio tempo e la propria esperienza, ma solo fin tanto che si riesca ad accaparrare per sé o per il proprio gruppo – seminario diocesano, istituto religioso, altra categoria… – un bel po’ di “bottino vocazionale”). Mi sembra che su questo punto occorra una decisa virata di conversione, almeno a 180°, da parte di tutti.

Oggigiorno è ancora possibile incontrare qualche vescovo e tanti preti, consacrati/e e laici/che di movimenti ed associazioni varie fin troppo interessati alla pastorale vocazionale, ma con il solo scopo di cogliere l’opportunità di “pescare” per sé e per la propria istituzione, possibilmente estromettendo gli altri, se la zona di caccia si presenta buona.

È più che evidente: siamo ancora, sempre, al mobbing vocazionale.

 

  1. E allora? Cosa mettiamo in cantiere?

L’intervento del CDV e del suo Direttore per raggiungere l’ob­biettivo della cura di tutte le vocazioni non può prescindere dal contributo insostituibile di persone e di comunità che facciano da cassa di risonanza della chiamata di Dio e per educare ed accompa­gnare la risposta vocazionale.

A te, Direttore del CDV, rimane il compito di identificare, con­tattare, formare, animare e sostenere tutte le componenti ecclesiali della Diocesi, perché sappiano fare la loro parte nell’Animazione e Pastorale Vocazionale. Occorre, quindi, da parte tua, allestire un cantiere efficiente, che permetta tutto questo, un cantiere a tre cer­chi concentrici ed interagenti: diocesano centrale, zonale trasmit­tente, parrocchiale operativo.

 

Nel primo cerchio diocesano gli interlocutori e i collaboratori, con cui formare l’équipe centrale di animazione vocazionale, de­vono essere:

– un Delegato/a per ogni Vicaria o Decanato;

– un rappresentante dei Diaconi permanenti, se ce ne sono;

– un seminarista;

– un rappresentante degli Istituti religiosi maschili;

– un rappresentante degli Istituti religiosi femminili;

– un rappresentante degli Istituti secolari, se ce ne sono;

– un rappresentante dei gruppi e movimenti ecclesiali;

– una coppia di sposi segnalata dall’ufficio di Pastorale Familiare;

– un rappresentante dell’ufficio di Pastorale Giovanile (possi­bilmente un/a giovane) (cf Figura 1).

Tu, Direttore, devi pensare a cooptarli, facendo loro un discorso chiaro sulla falsariga di quello già esposto (cf par. 2), per evitare ogni tentazione di mobbing. È poi importante trovarsi insieme con loro almeno quattro volte l’anno, per riflettere, programmare e re­visionare insieme le varie iniziative diocesane (cf prossime puntate della Rubrica).

Nelle Vicarie/Decanati il/la delegato/ta vocazionale deve assicu­rare la circolazione delle idee e la trasmissione degli impegni presi a livello diocesano, tenendo continuamente deste la dimensione e la preoccupazione vocazionale nei vari incontri previsti di Consiglio foraneo.

È auspicabile che in ogni parrocchia ci sia un/a referente ed ani­matore/trice vocazionale all’interno del Consiglio pastorale parroc­chiale, che, come un chiodo fisso, possa assicurare il passaggio di mentalizzazione e di strategie di animazione dal centro alla periferia e che, soprattutto possa garantire che si passi ai fatti (cf Figura 2).

Caro Direttore, non devi spaventarti di fronte a questa impresa, perché hai già a tua disposizione un bellissimo modello a cui ispirar­ti: si tratta del CNV, che da moltissimi anni ormai, grazie soprattutto ai vari direttori che si sono succeduti, ha in atto uno splendido can­tiere comunionale di attenzione e di collaborazione vicendevole fra tutte le realtà vocazionali (vescovi, presbiteri, diaconi permanenti, religiosi e religiose, istituti secolari, missionari, laici, famiglie, grup­pi e movimenti ecclesiali).

Se credi nel servizio a tutte le vocazioni suscitate dallo Spirito, vocazioni di cui nessuno è padrone, ma soltanto “servitore”, si può fare benissimo, basta volerlo con grinta. E, soprattutto, ricorda che per le vocazioni: no mobbing, ma solo comunione!

Per riflettere ed approfondire: compito a casa. Leggi attentamente:

– Piano Pastorale per le Vocazioni in Italia (1985), nn. 38-49

– «Vocazioni» 5 (2007), pp. 38-49

 

 

 

APPENDICE

Bibliotechina del Direttore del CDV

1.Documenti del Magistero (dal Concilio ad oggi):

Enchiridium Vaticanum, EDB, Bologna

Enchiridium CEI, EDB, Bologna

2.Studi di carattere generale:

Dizionario di Pastorale Vocazionale, a cura del C.I.V. Rogate, Roga­te, Roma 2002

Dizionario biblico della Vocazione, a cura di G. De Virgilio, Rogate, Roma 2008

M.O. Llanos, Servire le vocazioni nella Chiesa, LAS, Roma 2006

Magno, Pastorale delle vocazioni, Rogate, Roma 1993

3.Studi specifici:

Aa.Vv., Chiamati a scegliere, a cura di F. Garelli, San Paolo, Cini­sello Balsamo (MI) 2006

Aa.Vv.,Educare alle scelte vocazionali, Borla, Roma 1985

Aa.Vv.,Il prete nella chiesa oggi, EDB, Bologna 1991

Aa.Vv.,Direzione spirituale e orientamento vocazionale, Paoline, Mi­lano 1992

Aa.Vv.,La proposta vocazionale alla vita religiosa, Rogate, Roma 1990

Aa.Vv.,L’accompagnamento alla vita religiosa, Rogate, Roma 1992

Aa.Vv.,Vocazioni e mediazione ecclesiale, Rogate, Roma 1985

H.U. Von Balthasar, Gli stati di vita del cristiano, Jaka Book, Mi­lano 1985

Cencini, Vocazioni dalla nostalgia alla profezia, EDB, Bologna 1989

Cencini, I sentimenti del Figlio. Il cammino formativo nella vita consacrata, EDB, Bologna 2002

CRV PIEMONTE – V. Aosta, Corso di avvio all’accompagnamento spi­rituale, a cura di G.P. CAssano, Ed. Portalupi, Casale Monferrato 2007

F. Decaminada, Maturità affettiva e psicosessuale nella scelta vocazio­nale, Ed. Monti, Saronno (VA) 1995

Favale, Vocazione comune e vocazioni specifiche, LAS, Roma 1981

Giacomuzzi, Pastorale vocazionale? Proposte e sussidi, Ed Cora, Arzignano (VI) 1994

Gioia, Il vangelo della vocazione, Rogate, Roma 1992

Goya, Aiuto fraterno. La pratica della direzione spirituale, EDB, Bologna 2006

Manenti, Vocazione, psicologia e grazia. Prospettive di integrazione, EDB, Bologna 1990

Manenti, Vivere gli ideali: fra paura e desiderio/1, EDB, Bologna 1993

Manenti, Vivere gli ideali: fra senso posto e senso dato/2, EDB, Bologna 2003

Martinelli, Vocazione e stati di vita del cristiano, Ed. Laurentianum, Roma 2001

C.M. Martini – A. Vanhoye, Bibbia e vocazione, Morcelliana, Brescia 1993

Radcliffe, Cantate un canto nuovo, EDB, Bologna 2001

M.I. Rupnik, Il cammino della vocazione cristiana, Lipa, Roma 2008

J.E. Vecchi, Pastorale giovanile. Una sfida per la comunità ecclesiale, LDC, Leumann (TO) 1992

4.Riviste:

«Vocazioni», «Mondo Voc», «Rogate ergo», «Seminarium», «Se vuoi»

 

 

 

 

DIOCESI di …………………………………………………………………………………………

CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI ……………………………………………………….

 

GRIGLIA DI 1° RILEVAMENTO DELLA CULTURA VOCAZIONALE (si può adattare)

 

Vicaria di …………………………  Parrocchia ………………………………………………………..

Ai membri del Consiglio Parrocchiale:

provate ad esprimere come avvertite a tutt’oggi la cultura vocazionale esistente nella vs. parrocchia. Lasciatevi guidare dal questionario infra, dando un punteggio (5 = molto vero; 3 = abbastanza vero; 1 = poco vero; 0 = niente vero), che ritenete corrispondente

 

 

1.Ognuno/a è chiamato/a a realizzare il progetto che Dio ha su di lui/lei, per sé e per i fratelli. 0 1 3 5
2.Consideriamo vocazione una cosa che riguarda tutti, non solo i preti e le suore. 0 1 3 5
3.È difficile maturare una fede adulta senza aver scoperto quale è la propria vocazione e senza aver cercato di realizzarla. 0 1 3 5
4.Consideriamo una grande grazia se nella nostra famiglia maturasse una vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata. 0 1 3 5
5.Nella nostra parrocchia il problema vocazionale è posto tra i problemi importanti. 0 1 3 5
6.Nella nostra parrocchia si celebra con interesse ed impegno la Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni (IV dom. di Pasqua). 0 1 3 5
7.Nella nostra parrocchia si celebra ogni anno la settimana vocazionale con varie iniziative. 0 1 3 5
8.Nella nostra parrocchia ogni mese si fa qualche iniziativa vocazionale (Eucaristia, adorazione, catechesi…). 0 1 3 5
9.Nella nostra parrocchia la pastorale giovanile è ben curata, a tal punto da favorire la nascita e la maturazione vocazionale. 0 1 3 5
10.La nostra parrocchia considera il CDV un punto di riferimento importante e necessario per attivare una vera animazione e pastorale vocazionale. 0 1 3 5

 

*** Altre cose da segnalare: ………………………………………………………………………………………

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più di 30 = bene; tra 20 e 29 = abbastanza; tra 15 e 19 = poco; meno di 15 = scarso