N.03
Maggio/Giugno 2009
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Non solo cronaca… ma vita!

Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni 2009

Consiglio del Centro Nazionale Vocazioni: VARIE… Si ri­prende la riunione e, dopo molte prospettive interessan­ti, distribuite sul tappeto, don Nico esordisce: «3 maggio 2009: Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Dove la celebreremo quest’anno? In quale regione?».

Sussurro a don Dino, che è vicino a me: «Ci siamo, tocca a noi…».

Don Nico continua: «Gli anni scorsi la celebrazione si è svol­ta…». Ed enumera le regioni del sud e del centro. «Nella logica, dovrebbe emigrare al nord!».

Penso alle diverse regioni del nord e spero che la sorte cada su quelle limitrofe… Niente da fare: «Potrebbe mettersi in gioco il Pie­monte? Cosa ne pensate?». Una domanda molto discreta che lascia spazio alla scelta. Qualche piccola obiezione, ma ci accorgiamo che non ha un supporto sufficiente, almeno in quel momento, per mo­tivare un rifiuto, e così inizia la maratona.

Torniamo in Piemonte e comunichiamo a pochi intimi la propo­sta. Le reazioni non sono incoraggianti: «Ma non è possibile, come facciamo? Termina l’agorà dei giovani, tutte le programmazioni nei diversi settori sono già partite, il calendario esorbita di impe­gni, la giornata cade in uno dei pochi ponti dell’anno, in cui sono già programmate iniziative e appuntamenti, ecc. Insomma, questa giornata “non si ha da fare”… È utopico imbarcarci in questa av­ventura!».

Qualche timida proposta tenta di conciliare gli opposti e sugge­risce di non scartare l’invito, sfruttando l’incontro degli aderenti al Monastero invisibile, che cade proprio in quella giornata.

E i giovani? Rimane aperto l’interrogativo.

Altra riunione molto più allargata: sono presenti i responsabili della Pastorale Giovanile, della Pastorale Familiare, alcuni direttori dei Centri Diocesani Vocazioni, l’Usmi e la Cism e gli Istituti secola­ri. Prendiamo coscienza delle difficoltà oggettive, tutte vere e reali, ma decidiamo insieme di metterci in gioco senza sognare numeri esorbitanti di giovani, chiarendoci che non “saremo bravi” se le no­stre abilità organizzative saranno confermate, ma se cammineremo insieme, nella comunione dei vari carismi per dire ai giovani e ai meno giovani che la Chiesa è nata dalla comunione e continua a credere nella comunione.

Don Roggia, presente tra noi, ci conferma in questa direzione, sottolineando che la prima testimonianza vocazionale parte proprio di qui.

Chiariti gli obiettivi, diamo inizio al nostro cammino nella gioia e nelle difficoltà.

“So a chi ho dato la mia fiducia”… Niente nella vita succede a caso. Crediamo che sarà lui a condurci in questa avventura. Tre parole chiave ci guidano: sensibilizzare – organizzare – programmare.

 

Sr. Ivana, delle figlie di M. Ausiliatrice, scrive: «La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni per noi della Commissione di Pastorale Giovanile-Vita Consacrata del Piemonte è iniziata esat­tamente il 12 ottobre 2008, quando alcuni rappresentanti della PG dei diversi istituti hanno partecipato all’incontro in rappresentanza della stessa commissione. Da quel giorno i passi che abbiamo com­piuto sono stati molti:

– disdire alcuni impegni personali e di commissione che avevamo e accogliere la proposta del CNV, che arrivava ormai ad anno inoltrato e che ci vedeva un po’ spiazzati sulle date del calenda­rio, ma ci interpellava come rappresentati della vita consacrata;

– accogliere la sfida di lavorare insieme e, guardando tutti in un’unica direzione, cogliere nella bellezza e diversità dei cari­smi, l’unico orizzonte che insieme volevamo indicare ai giovani in questa GMPV: Gesù Cristo;

– metterci dalla parte dei giovani per amare ciò che loro amano e aiutarli a guardare oltre il proprio ombelico, per scorgere il dono grande che Dio ancora una volta voleva fare loro, di incontrarlo personalmente;

– metterci all’opera perché ognuno potesse, con il suo apporto di esperienza e di fede, pensare a creare».

 

Sensibilizzare

Pur essendo i Vescovi sensibilizzati riguardo al problema vocazio­nale, li avviciniamo uno ad uno, per informarli sull’evento. Più che ai depliant o alle circolari, che nonostante tutto utilizziamo, credia­mo al rapporto interpersonale e ci muoviamo in questa linea.

Il Vescovo responsabile per la CEP, Mons. Guerrini, è presen­te alle riunioni. Altri tre vescovi sono interpellati per la veglia di preghiera del sabato sera. Con brevi interventi commenteranno ai giovani le tre provocazioni dello slogan: SO… A CHI… HO DATO FIDUCIA. Altri tre daranno la loro adesione e parteciperanno con i loro giovani alla veglia e alla Celebrazione eucaristica della do­menica.

Più difficile raggiungere i parroci nelle loro sedi. Mandiamo le circolari, ma siamo coscienti della sorte che toccherà a questi mezzi di comunicazione e abbiamo un po’ di sfiducia pensando alle loro risposte più che reali: cresime, comunioni, messe, impegni pastorali da tempo programmati…

Invitiamo don Nico, del Centro Nazionale Vocazioni, che ci rag­giunge in Piemonte con M. Teresa per la riunione con i responsabili dei vari settori. È un’occasione preziosa per un dialogo familiare che ci permette di chiarirci le idee, sfruttando le esperienze di chi, prima di noi, ha intrapreso questo cammino.

In questa riunione emerge più che mai l’entusiasmo della vita consacrata, soprattutto il desiderio di mettersi in gioco per questo evento.

Chiediamo ai religiosi, alle religiose, agli istituti secolari, di con­tattare i parroci e i sacerdoti, specialmente quelli che loro avvici­nano nelle parrocchie in cui prestano servizio e di cominciare a coinvolgere i gruppi giovanili di cui sono animatori.

A tutti consigliamo di inserire nei loro cammini formativi con i giovani un itinerario comprensivo dei contenuti di cui si fa portavo­ce lo slogan della giornata, in modo che non sia celebrata come un evento a sé, ma come la tappa di un percorso ben preciso, che potrà avere un seguito a livello personale e comunitario.

Alcuni viaggi per il Piemonte per parlare alle diocesi che ci in­terpellano; un incontro con i responsabili della Pastorale Giovanile del Piemonte; informazioni, con varie modalità, all’Usmi, alla Cism, agli istituti secolari, perché il cammino diventi sempre più comu­nionale. Decidiamo di tappezzare tutto il Piemonte con i Manifesti della Giornata mondiale. Non ci lasciamo bloccare dalle difficoltà che constatiamo e viviamo in questa fase del cammino.

 

Organizzare

Un’intuizione felice segna la partenza organizzativa: coinvolgere la Comunità “Cenacolo” di Sr. Elvira, che ha sede in Saluzzo.

Una comunità dove approdano ragazzi e ragazze in difficoltà, dove sono impegnati molti volontari e i giovani sono recuperati so­prattutto a livello umano e di fede, e non mancano, anzi, fioriscono le vocazioni di speciale consacrazione.

Una comunità conosciuta in tutto il Piemonte, in Italia e all’este­ro, che riesce a coinvolgere ogni mese moltissimi giovani per l’ado­razione notturna. La Comunità “Cenacolo” può dare una risposta più che esauriente alle nostre domande, sa coniugare insieme il mo­mento musicale con la preghiera, le testimonianze di molti giovani che sono tornati a “ri-vivere”, con altri che, dopo un’esperienza di volontariato, hanno deciso di consacrarsi.

Le nostre attese sono confermate. I giovani partecipano attiva­mente, coinvolti dai canti, dalle danze, dalle testimonianze che, fino all’ora di cena, li trattengono sul piazzale del Santuario di Vi­coforte.

La fiaccolata, affidata ad una parrocchia, coinvolge nella prepa­razione parroco, comunità religiose, giovani. Suggestiva la proces­sione con i lumini.

I giovani partono a gruppi consistenti dai sei vialetti antistanti al santuario per approdare, uno dopo l’altro, dentro la chiesa, dove, poco dopo, viene esposto Gesù Eucaristico. Una specie di raggiera che porta ad un unico punto focale, a cui fanno corona circa otto­cento giovani. Una sorpresa grande, se pensiamo alle nostre previ­sioni numeriche.

Inizia l’adorazione animata dai canti. Uno in particolare, com­posto per l’occasione, scandisce ripetutamente lo slogan della gior­nata. Ritornelli meditativi si alternano alle riflessioni proposte dai vescovi. Due ore di riflessione, adorazione, preghiera personale e comunitaria.

 

Ecco quanto scrive Alessandro: «Percorrendo la strada che por­ta a Vicoforte, un susseguirsi di curve orlate dalla rigogliosa vege­tazione, ad un tratto mi sono trovato di fronte ad uno spettacolo meraviglioso: uno spazio grandissimo, dove il verde nuovo dei prati ancora illuminati dal sole e l’azzurro del cielo si toccano, facendomi assaporare il senso di pace che di lì a poco avrei provato.

Già tanti amici sono sparsi sul piazzale e altri ne arriveranno dal­le diverse diocesi. Siamo qui per un unico motivo: una veglia di pre­ghiera per celebrare in coro la Giornata Mondiale per le Vocazioni.

Siamo in tanti e fino a notte fonda balliamo, cantiamo, preghia­mo, sentiamo testimonianze, storie intense e toccanti di giovani come noi che hanno saputo affrontare la vita, hanno fatto scelte forti, hanno sbagliato e hanno ricominciato… Parole che arrivano al cuore, che ti toccano, che ti fanno provare emozioni difficili da descrivere, ma che ti prendono dentro…

Un grande senso di appartenenza ci avvolge tutti, sento forte la presenza di Gesù, respiro un’aria nuova, sento la forza della fede…

Con i lumini in mano attendiamo la notte… e le stelle ci fanno concorrenza. In processione, da punti diversi entriamo nel grande santuario dove Gesù ci aspetta. Più che mai sento che cosa vuol dire camminare tutti verso la stessa direzione. Comunico silenzio­samente con i miei amici e mi tornano in mente queste parole: “Comunicare con l’altro è scoprire in lui una particella di Dio”. Lui, presente nell’Eucaristia e nei miei amici… che bello!».

 

E Lorenzo aggiunge: «Vedere tanti ragazzi come me, uniti per lo stesso scopo, è stata una gioia grande… questa giornata mi ha lasciato dentro messaggi forti e straordinari, che raramente un gio­vane, anzi, un giovanissimo come me, può trovare nei luoghi che abitualmente frequenta».

 

Elena: «Appena arrivata mi sono sentita subito a mio agio. Gli organizzatori ci hanno consegnato un fazzoletto bianco con la scritta GMPV. Canti, danze, testimonianze di vita ci hanno subito coinvol­ti… E poi “la notte bianca“: è stato emozionante trovarsi tra tanti gio­vani mai visti, suore, preti, famiglie, tutti qui per lo stesso motivo».

È notte, i fari sull’Eucaristia si spengono e inizia il giro alle shekhinah (le tende), che, per motivi logistici, sono allestite all’in­terno, esattamente nelle sei cappelle radiali che circondano l’ellisse del grande santuario.

– Ascolto e Formazione

– Adorazione

– Preparazione alla Riconciliazione

– Riconciliazione

– Vocazione

I giovani visitano le shekhinah, qui trovano i rappresentanti di tutte le vocazioni: giovani, coppie di sposi, religiose e religiosi, pron­ti a condividere i momenti interessanti del loro cammino di vita e le loro scelte di fede. Ogni shekhinah (tenda o dimora) ha una sua ca­ratteristica particolare: la “comunione“ del cammino viene espres­sa, più a fatti che a parole, attraverso una creatività visibile.

 

Sr. Ivana continua: «…Per la tenda della “Formazione” è stato preparato un video strutturato in 4 differenti momenti: Ricerca di Dio – Cura di Dio per ognuno – Chiamata che rende felici – Risposta obbediente.

Le “isole di ascolto” propongono 7 diversi pannelli: CONOSCER­SI – ACCETTARSI – DECENTRARSI – PEDALARE PER CONQUISTA­RE IL PREMIO – DISCERNERE – ACCOGLIERE – RISPONDERE.

Sono occasioni forti di confronto per invitare i giovani a guar­darsi dentro e scoprire senza paure i desideri più profondi di un cuore che cerca Dio.

Nella tenda della “Riconciliazione” un video, alcuni sussidi che aiutano a riflettere, giovani che preparano altri giovani ad accostarsi con serietà all’incontro con il “Padre misericordioso”: i giovani del­la Riconciliazione. Tutte le tende catturano l’interesse dei giovani che, prima di entrare nella cappella dell’”Adorazione”, sostano in quella della “Preparazione alla Riconciliazione”.

 

Corrado scrive: «Sono rimasto incuriosito da quei giovani più grandi di me che, nella cappella della “Riconciliazione”, preparava­no altri giovani per accostarsi alla confessione. Ho voluto provare anch’io a “farmi preparare”. Che sorpresa ragazzi! La mia curiosità tutta esteriore è stata azzerata nel momento in cui venivo portato al centro delle cose che contano nella vita, per rivederla nella verità davanti a Lui… E così, dopo mesi, anzi anni, ho deciso di farmi per­donare dall’Unico che mi perdona davvero… ed è stata pace!».

 

Marta: «Le attività proposte dalle shekhinah sono state tutte inte­ressanti. Ognuna prendeva in esame un aspetto della nostra vita e le persone presenti ci aiutavano ad approfondirle con la loro esperien­za. Ho incontrato suore, postulanti, giovani, famiglie… mi hanno incuriosito… tutti mi hanno regalato qualcosa. Che strana sensazio­ne: quando esco dalla discoteca sono stordita e vuota; qui, anche a notte fonda, colgo il senso della vita che questa gente mi regala».

Le luci si spengono molto tardi. Grazie alla disponibilità di don Meo, Rettore del Santuario di Vicoforte, e i suoi contatti con le forze dell’ordine e con il comune, i ragazzi trovano la possibilità di dormi­re… per terra, con materassini e sacchi a pelo, nella palestra, nella casa di spiritualità, i più fortunati in una casa delle religiose…

 

Domenica 3 maggio: alle 9.30 la recita delle Lodi sul piazzale del santuario, animata dai seminaristi; alle 11 la S. Messa.

Pullman da ogni parte del Piemonte si uniscono al gruppo dei giovani rimasti per la celebrazione. Sono gli aderenti al Monastero invisibile che ogni anno, nella prima domenica di maggio, vivono insieme una giornata di preghiera in un santuario mariano.

La messa è presieduta dal Card. Poletto. Altri due vescovi cele­brano con lui, insieme a molti sacerdoti, tra cui anche don Nico, don Leonardo, rispettivamente Direttore e Vice Direttore del Centro Nazionale Vocazioni. I seminaristi della Diocesi del Piemonte Sud animano la liturgia. E con la S. Messa, il punto di arrivo di queste giornate, si conclude il nostro viaggio, ma altre strade, con nuove prospettive si aprono al nostro sguardo.

 

Sr. Ivana: «Dopo tanti mesi di lavoro, finalmente è arrivato il momento di vivere l’evento tutti insieme, l’incontro con i giovani di Sr. Elvira, la veglia di preghiera insieme agli 800 partecipanti, il girare fra le tende, il vivere la S. Messa. È stato come se in un attimo tutto svanisse per lasciare posto ad una grande gioia, nata dalla con­sapevolezza di aver voluto, preparato e vissuto come Chiesa questa GMPV, sapendo che Dio si è servito anche della nostra collaborazio­ne per arrivare al cuore dei giovani. Siamo certi che una simile espe­rienza non ci lascerà più gli stessi di prima, perché quel cammino ci ha resi più consapevoli di essere Chiesa e di esserlo in una diversità e complementarietà che ci rendono una cosa sola in CRISTO».

 

La testimonianza di Anna, capo-scouts, sposata con Stefano, madre di tre figli, sintetizza bene la cronaca di queste giornate im­pregnate di VITA:

 

Esserci…

«… Arriviamo nel piazzale davanti al Santuario di Vicoforte di Mondovì “Regina Montis Regalis”. C’è una festa: musica, canti, bal­li… Dal palco sguardi sereni, sorrisi… Dalla piazza sguardi attenti, sorrisi… Dove siamo arrivati?

Ci mischiamo: subito un po’ impacciati… Le nostre uniformi ci distinguono, si notano, ma dopo poco non le vediamo più.

Ci mischiamo? I ragazzi dell’Alta Squadriglia sono tra i più gio­vani, dopo i bambini presenti al seguito di alcune famiglie. Non si aspettano un “clima” così e dunque si guardano intorno perplessi, attenti, curiosi…

Ci mischiamo! I gesti che accompagnano i canti sono coinvol­genti, semplici, ma decisamente ritmici; sono coreografici, signifi­cativi, ma molto “pop”. Le parole sono quelle della speranza, della fiducia, della forza, della solidarietà e della gioia.

In un attimo arriva il tempo della cena: il piazzale si trasforma nuovamente. Si costituiscono tanti cerchi dove si consumano i pani­ni preparati a casa e c’è anche lo spazio per una festa di compleanno fuori programma.

Così arriviamo alla serata di adorazione per le Vocazioni. In pro­cessione entriamo in chiesa. Tanti lumini accesi: ognuno di noi ha la propria luce da portare. Tanti gruppi distribuiti lungo diverse di­rezioni: i nostri cammini sono diversi. Un unico Centro, un unico Punto di riferimento: Gesù Eucaristia.

Riempiamo il Santuario: seduti nei banchi o sulle sedie, sui gra­dini o direttamente sul pavimento. Un “cordone” di giovani davanti a noi rimane in ginocchio per tutto il tempo della preghiera (due ore). Ci chiediamo: come fanno a resistere in quella posizione per così tanto tempo? Senza parlare rendono visibile la loro fede in Cri­sto, la loro forza, la loro volontà di testimoniarla.

Durante l’adorazione le parole chiave, tratte dalla Seconda Lette­ra di San Paolo a Timoteo, sono: «So a chi ho dato la mia fiducia». E cioè: poiché il mio riferimento è Cristo, posso smettere di tenten­nare sulle mie scelte quotidiane, posso vivere a testa alta, non con l’arroganza di chi sa, ma con la serenità di chi, anche al buio, ha la certezza della luce; di chi, pur vedendo il male, mantiene salda la fi­ducia nel bene; di chi, pur nelle difficoltà, sa seminare la speranza.

E allora sperimentiamo il valore di queste esperienze di fede e di preghiera; avvertiamo la presenza dello Spirito e la forza che, come ha detto Gesù, esso ci comunica; sentiamo che il nostro cammino è intrecciato con quello di tanti altri e quindi comprendiamo che vivere seguendo Gesù è possibile».

 

Programmare

Vogliamo lasciarci interrogare da quanto abbiamo vissuto. Una sola cosa è chiara: non deve rimanere solamente una bella espe­rienza, ma una spinta a cercare nuove strade e nuove prospettive. Per il momento sono in germe. Chiediamo allo Spirito Santo che illumini sempre di più il nostro cammino perché il nostro essere nella Chiesa trovi le stesse modalità creative e di comunione che ci hanno animato in questo cammino.

Due i filoni sui quali intendiamo muoverci: l’esperienza di colla­borazione e la ricchezza che reciprocamente ci siamo regalati, nelle difficoltà e nella gioia, ci spingono ad intensificare l’apertura e le conoscenze dentro e fuori la realtà ecclesiale.

La comunione può aprirci strade scontate a livello di principi, meno attualizzate nella concretezza della vita: “la vita consacrata”, nei suoi vari aspetti, ci interpella; i movimenti, con la loro carica di entusiasmo, forse hanno qualcosa da dire alla nostra vita personale e comunitaria; la collaborazione con le associazioni laiche può arricchi­re la dimensione vocazionale della vita. Per il momento sono ipotesi alle quali tenteremo di dare vita nelle prossime programmazioni.

Lo slogan ha trovato ampia conferma nell’esperienza vissuta: Sappiamo in chi abbiamo posto la nostra fiducia… e, come capita so­vente in queste circostanze, è più quello che abbiamo ricevuto, di quello che abbiamo dato.