N.01
Gennaio/Febbraio 2013

Film: Io e Te

Data di uscita: 25 ottobre 2012 (Italia) Regista: Bernardo Bertolucci Paese di produzione: Italia Anno: 2012 Sceneggiatura: Bernardo Bertolucci, Niccolò Ammaniti, Francesca Marciano, Umberto Contarello

Tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti (che ha collaborato alla sceneggiatura) il film segna il felice ritorno alla regia di Bernardo Bertolucci, dopo nove anni da The Dreamers e dopo aver combattuto con una lunga, dolorosa malattia che lo ha costretto su una sedia a rotelle. L’autore ha dedicato questa sua opera al fratello Giuseppe, recentemente scomparso.

La vicenda – Lorenzo è un ragazzo di quattordici anni, pieno di brufoli e di problemi. È aiutato da uno psicologo e vive un rapporto morboso con la madre (il padre è praticamente inesistente). Non ha vita di relazione e preferisce starsene da solo, leggendo i suoi libri di vampiri e ascoltando la sua musica rock. Quando la sua classe parte per una settimana bianca, Lorenzo finge di partire anche lui, ma poi, di nascosto da tutti, si rifugia nella cantina di casa per trascorrere sette giorni in piena solitudine e tranquillità. Ma improvvisamente la sua quiete viene interrotta dall’arrivo inaspettato di Olivia, la sua sorellastra di Catania, di qualche anno più vecchia di lui. Olivia è una ragazza sbandata, tossicodipendente e senza regole. La convivenza pertanto si rivela quanto mai problematica, quasi impossibile. Ma poi, tra uno scontro, una complicità e una confidenza, nasce tra i due un rapporto umano profondo ed affettuoso che li porterà a cambiare. Soprattutto Lorenzo, che alla fine della settimana fa ritorno a casa e sembra aver trovato una nuova dimensione del vivere.

Il racconto – La struttura del film è lineare e divide la vicenda in una introduzione, una grossa parte centrale e un epilogo.

Introduzione

È in funzione della descrizione del protagonista, Lorenzo, e dell’attuazione del suo piano per rimanere da solo per una settimana.

– La prima immagine mostra Lorenzo che, a capo chino, sta dialogando con il suo psicologo che si trova su una sedia a rotelle. Si parla di normalità. «Lo hai lasciato solo?», domanda lo psicologo;

Lorenzo risponde: «Sì, è normale. Nemmeno lui mi avrebbe aiutato». L’uomo insiste: «Che cosa significa per te “normale”?»; il ragazzo risponde: «Normale significa normale, cioè niente». È chiaro che Lorenzo non apprezza la normalità e si sente un diverso.

– Subito dopo lo vediamo da solo, con le sue cuffie che trasmettono musica ad alto volume, mentre mangia un panino. Poi torna a casa e sente le parole della madre che sta telefonando: «Lorenzo in settimana bianca… stare una settimana intera con gli altri sembra un sogno bellissimo». Ed ecco che l’indomani Lorenzo, anziché consegnare alla professoressa i soldi per la gita, se li mette in tasca e butta via la busta gialla in cui erano contenuti. Passa in mezzo agli altri studenti senza scambiare una parola, scontrandosi con qualcuno e continuando ad ascoltare la sua musica. Poi va a duplicare le chiavi della cantina.

– A cena con la madre il ragazzo manifesta tutto il suo attaccamento morboso nei suoi confronti, prima domandando se qualcuno potesse pensare che loro due “stavano insieme”, poi, fantasticando, chiedendole che cosa avrebbero fatto loro due, se fossero rimasti completamente soli nel mondo, per la sopravvivenza del genere umano. Naturalmente la madre lo rimprovera: «Come ti viene in mente di dire queste cose?».

– Lorenzo, che è un intenditore di animali esotici e tiene in casa un armadillo, si reca in un negozio dove vendono questi animali e, dopo aver curiosato, si compra un formicaio. Poi va a salutare la nonna, che è ricoverata in una clinica, ed esprime tutto il suo affetto per lei. Si reca in un negozio di generi alimentari e, meticolosamente, compra sette confezioni di tutto quello che gli potrà servire per la sua permanenza in cantina.

– Il giorno della partenza, la madre lo accompagna in macchina. Ma Lorenzo vuole arrivare da solo all’appuntamento e dà in escandescenze. La madre cerca di calmarlo: «Calmati. Non incominciamo con le scene da pazzo. È mattino presto». Ma il ragazzo urla e minaccia: «Va bene, non ci vado. Non ci vado, così sei contenta. Tutti quanti hanno detto che ci sarebbero andati da soli. E io, come al solito, sarò l’unico ad arrivare con la mammina».

– Una volta arrivato al luogo dell’appuntamento, Lorenzo guarda di nascosto i compagni che partono, poi prende un tram (calandosi il cappuccio sulla fronte per non essere riconosciuto) e torna a casa. Con una stratagemma riesce ad evitare il portiere e finalmente entra nella tanto agognata cantina, simbolo di isolamento e quindi, per lui, di libertà.

Parte centrale

– Lorenzo è finalmente solo. La cantina è grande e piena di roba che era appartenuta alla contessa Nuziante, la donna che viveva in quella casa prima di lui. Lorenzo, organizzatissimo, si sistema nel migliore dei modi. Pulisce un po’ in giro, si mangia un panino, guarda con la lente d’ingrandimento le sue formiche e ascolta la musica a tutto volume. Deve poi rispondere ad una telefonata della madre, alla quale alla fine dice: «Lasciami in pace». Infine s’addormenta.

– Il mattino dopo Lorenzo apre la finestra, dà da mangiare alle formiche, raccoglie la spazzatura. Ad un certo punto sente la porta aprirsi: scappa a tutta velocità e si nasconde. Si vede entrare una specie di orso. In realtà è Olivia che porta una pelliccia che le arriva fino ai piedi. La ragazza lo scopre e lo tira fuori dal suo nascondiglio.

I due si riconoscono. Lui avanza una scusa: «Stavo cercando una cosa e mi sono addormentato». Lei, che ha ricevuto le chiavi dalla cameriera che non l’ha fatta entrare in casa, cerca uno scatolone dove ci sono le sue cose. Ma non c’è quella che lei voleva, un bracciale d’oro regalatole dalla nonna e che, secondo lei, è stato rubato dalla madre di Lorenzo: «Con la scusa che io sono una ladra, si è presa tutto, anche quello che non era suo». Olivia urla. Lorenzo la invita a gridare più piano. Poi i due, che sono figli dello stesso padre, si guardano negli occhi. La ragazza osserva: «Sei cresciuto, comunque, anche tu». Lui la prega di non dire a nessuno che l’ha visto, di mantenere il segreto. Lei gli lascia la chiave da riconsegnare alla cameriera e se ne va.

– Lorenzo è incuriosito dalle cose che ci sono nello scatolone di Olivia. Trova una foto della ragazza e la mette in mezzo al suo libro che parla di vampiri. Poi, di notte, esce con la torcia elettrica e deposita le chiavi della cantina davanti alla porta di casa.

– In piena notte Olivia, inaspettatamente, ritorna. Non sa dove andare a dormire e vuole entrare. Lorenzo si oppone: non vuole intrusi che turbino la sua solitudine. Ma di fronte alla minaccia della ragazza («Se non mi fai entrare ti giuro che mi metto a urlare esveglio tutto il palazzo»), è costretto suo malgrado ad aprirle.

– Ora Lorenzo deve dirle la verità circa la sua presenza in cantina. Olivia gli domanda se preferisce stare in cantina piuttosto che andare a sciare. Il ragazzo risponde: «Sì, sto benissimo da solo». Olivia ribatte: «Su questo non hai tutti i torti». Poi parlano della contessa Nuziante, del fatto che il loro padre abbia comperato da lei la nuda proprietà in attesa che morisse. Entrambi danno un giudizio negativo: «Non è una bella cosa… No, fa schifo». Lei gli racconta di venire da Catania, dove sua madre ha un negozio di scarpe. Tra i due, quindi, incomincia un dialogo.

– Olivia riceve una telefonata da un certo Marco. La ragazza gli dice di essere “pulita”. Nasce un diverbio con Lorenzo. Quando la madre ritelefona al ragazzo, Olivia si inserisce nella conversazione e finge di essere una professoressa, facendosi dare il numero di cellulare. Ora possiede un’arma per ricattare il fratello: se si comporta in modo arrogante lei può rivelare tutto a sua madre. Ciononostante Lorenzo prova una certa ammirazione per lei, per l’abilità con cui è riuscita ad ingannare la madre, e la guarda incuriosito. Ma improvvisamente Olivia ha una crisi e si vomita addosso.

– Di notte lui la cerca. Lei è in bagno e sta vomitando. Il ragazzo vorrebbe aiutarla, ma Olivia, urlando, lo manda via. Lorenzo le porge un vestito pulito. Più tardi, mentre Lorenzo sta leggendo, la ragazza attacca discorso: «So che mi odi. Me ne vado, non torno più. Vado a vivere in campagna. Un mio amico mi viene a prendere e mi porta in una fattoria dove ci sono i cavalli». Però, per far questo dev’essere “pulita”. Ne nasce un dialogo. Olivia dice di far uso di eroina e che il padre le manda dei soldi ogni mese «per farsi passare i sensi di colpa». «È perché ha lasciato tua madre per la mia?», le domanda il ragazzo. Olivia ribatte: «Lo vedi che non sai proprio niente? Tuo padre se n’è sempre fottuto di me e mia madre. Si vede che a Catania non siamo abbastanza eleganti per lui». Poi continua: «Ma come vivi? Non lo vedi che m… che sono i tuoi genitori che neanche si accorgono di avere un figlio psicopatico che si nasconde in cantina e che legge a testa in giù?».

– Lei continua a stare male. Un primo piano del ragazzo e la musica in crescendo dimostrano l’interesse che Lorenzo manifesta nei confronti della sorella che guarda con intensità. Poi, ancora un litigio e addirittura una colluttazione che provoca la distruzione del formicaio. Lei gli dà uno schiaffo; lui risponde con una testata nel ventre, facendole male. Ma poi prevale il senso di colpa e la comprensione. Olivia lo implora: «Aiutami, sto troppo male… stammi vicino, ti prego». I due sono ora vicinissimi con le mani sulla faccia.

Lei ha finito i sonniferi e ne ha assolutamente bisogno. Lorenzo decide di uscire di nascosto e di andare nella clinica dov’è ricoverata la nonna per procurarglieli. Nel frattempo Olivia si lava la faccia e si mette il rossetto sulle labbra.

– Quando ritorna, Lorenzo trova Olivia con un suo amico, un certo Ferdinando. Il ragazzo è scocciato e si arrabbia. Ferdinando chiede ad Olivia di andare via con lui, ma la ragazza non vuole. Tuttavia riesce a farsi dare da lui dei soldi vendendogli una di quelle foto strane che lei produceva. Dopo che Ferdinando se n’è andato, Lorenzo manifesta una certa gelosia nei confronti di Olivia. Poi Lorenzo raccoglie quelle formiche che se ne andavano in giro dappertutto e le butta fuori dal finestrino della cantina.

– Più tardi, in una telefonata alla madre, Lorenzo si dimostra più aperto e disponibile, anche se naturalmente continua a raccontare un sacco di frottole. È significativo che ora Lorenzo guarda con la lente d’ingrandimento non più le formiche (come aveva fatto in precedenza), ma quella ragazza che è accanto a lui. Anzi, ad un certo punto, prende anche lui un po’ di sonnifero, chiude la finestra, sposta il letto mettendolo vicino a quello di Olivia e si sdraia vicino a lei. Entrambi dormono. Lorenzo sogna di tornare a casa e di essere accolto dalla madre con affetto.

– Ad un certo punto Olivia si sveglia e passa letteralmente sopra il ragazzo. Gli dice di stare meglio e di avere fame. I due ora diventano complici e, in gran silenzio, vanno in casa (dove la madre di Lorenzo sta dormendo sul divano) e saccheggiano il frigorifero. Poi se ne tornano in cantina allegramente e festeggiano: «Domani usciamo da questa galera».

– Viene il momento delle confidenze. Lui le domanda dei suoi lavori. Lei racconta delle belle foto che ha fatto, delle mostre cui ha partecipato, dei riconoscimenti che ha ricevuto. Lorenzo è scettico e sorride di fronte a quelle esternazioni. Ma Olivia continua: «Però poi mi sono incasinata con la roba». Gli racconta di quella foto in cui lei voleva essere un muro: «Un muro metaforico. Praticamente sono io che divento un muro, che entro dentro la carta da parati, dentro l’intonaco. Praticamente volevo smaterializzarmi». Poi continua, rivelando sogni e aspirazioni andati perduti: «Io e te, se non avessimo più un punto di vista, saremmo uguali. Senza un punto di vista smetteremmo di essere sempre uno contro l’altro e accetteremmo la realtà così com’è, senza giudicarla, come… conosci il buddismo?» Lorenzo le fa notare che lei non è per niente buddista, perché è sempre arrabbiata. Ma lei ribatte: «Non è facile essere buddisti. E poi è la droga che mi ha fatto diventare cattiva. Prima riuscivo ad entrare dentro i muri».

– Olivia telefona a Marco, l’amico che dovrebbe portarla nella fattoria dove ci sono i cavalli. Poi si confida ancora. Marco prima stava con un’altra, poi si è messo con lei: «Però, dopo un paio di mesi ci è ritornato insieme: uno non lascia la sua donna per una tossica, è normale». Ora Marco si è rifatto vivo e vuole tornare nuovamente da lei, a patto però che sia “pulita”. Olivia è preoccupata: «Mi sono drogata per così tanto tempo che non immagino come si fa a vivere con una persona normale. Quando ti fai non ti tocca nulla, non senti più niente… perché sei indifferente e l’indifferenza non è una bella cosa. Poi diventi fredda, cattiva».

– Olivia si mette a ballare. Lorenzo la guarda e ride, poi l’applaude. Infine ballano insieme al suono di Ragazzo solo, ragazza sola, ovvero Space Oddity, cantata in italiano da David Bowie. I due si abbracciano affettuosamente. Nel frattempo ci sono le ultime confidenze. Olivia racconta di avere quasi ammazzato la madre di Lorenzo tirandole una pietra in testa. «Ma perché gliel’hai tirata?», domanda il ragazzo. Olivia risponde: «Perché l’odiavo. Mi ha rubato papà».

– Ora i due sono sdraiati, fianco a fianco. Lorenzo le chiede di fargli una promessa: di non drogarsi più, mai più. La ragazza glielo giura. Poi è lei a chiedergli: «E tu me la prometti una cosa? Smettila di nasconderti… sei grande, devi cominciare a vivere… anche se prendi una botta una volta ogni tanto». Anche lui glielo giura. I due si addormentano, mano nella mano.

– Poco dopo, però, vediamo Olivia che manda di nascosto un messaggio a qualcuno. Arriva un tizio che le porta la droga. Lei la nasconde nella scatola delle sigarette. Al mattino presto i due si alzano. Lorenzo rimette tutto a posto e si appresta ad uscire con Olivia. «Sei bella», le dice. Poi i due stanno per uscire. Il pacchetto di sigarette sembra essere stato dimenticato; ma è proprio Lorenzo che se ne accorge e lo porge alla sorella.

Epilogo

Finalmente fuori! Olivia dice di non farcela, ma Lorenzo la incoraggia. «Sì che ce la fai, ci sono io». «Ci siamo divertiti, no?». «Sì, sarebbe bello ripeterlo». I due se ne vanno, insieme, con la canzone in sottofondo. Vengono ripresi dall’alto. Si abbracciano. Poi lei se ne va per la sua strada, mentre lui ritorna indietro e va verso casa.

L’ultima immagine, che diventa fissa, rappresenta Lorenzo in primo piano, sorridente e sereno, mentre continua la musica di cui s’è detto.

 Significazione – Lorenzo è un adolescente pieno di problemi di carattere psicologico che lo portano ad isolarsi e a nascondersi. L’autore non si sofferma a indagare le cause di tale disagio. Ma si può intuire che alla base ci sia una famiglia inesistente (il padre, che ha lasciato un’altra donna e una figlia, assente; la madre evanescente e formalista) e una società di massa dove non c’è spazio per la diversità e l’autenticità. Ed è proprio per sfuggire alla famiglia e ai compagni che Lorenzo si rifugia in cantina. Ma l’arrivo inaspettato della sorella gli scombina i piani. È costretto a subire la sua presenza invadente e aggressiva. Ma in realtà in quella cantina si incontrano due solitudini (ecco il titolo del film), quella di un ragazzo pre-maturo e quella di una ragazza già disperata. Lorenzo è costretto a confrontarsi con una realtà spiazzante perché sconosciuta, ma anche con un’umanità ferita che chiede comprensione e aiuto. Lorenzo trova in quella sorella, abbrutita e incattivita, più verità e autenticità che nelle persone normali che popolano la sua vita. E scopre anche un sentimento d’amore che non conosceva. Ed è proprio grazie a lei, che sembra non avere scampo nonostante le promesse fatte, che avviene la sua trasformazione e la sua maturazione che gli permettono di affrontare in modo nuovo i problemi e la vita. Lorenzo può essere considerato l’emblema di chi non si adatta al mondo contemporaneo omologato e omologante e che cerca una strada diversa per affermare se stesso.

Idea centrale – In un mondo come quello attuale, caratterizzato da ipocrisie e conformismo, c’è la tentazione di chiudersi in se  tessi, in uno splendido isolamento. Ma il rapporto con persone, magari piene di problemi, ma vere e vitali, nonostante la fatica e le difficoltà, permette di uscire dal proprio guscio e di affrontare la vita con maggiore grinta, maturità e serenità.