Vocazione e lavoro

N.01
Gennaio/Febbraio 2013

Una chiamata di senso e di felicità

«L’uomo saggio è colui che sa trovare un significato bello alle cose belle» affermava Oscar Wilde in un suo celebre aforisma. Questa è una domanda chiave per la vita di ciascuno: “Come far divenire il nostro lavoro una vocazione vissuta nella bellezza?”.

Spesso sembra che la vita delle persone, in particolare del mondo degli adulti, vada inesorabilmente alla deriva, senza possibilità di controllarla. È sparita ogni distinzione tra io ed ambiente; si vive una strana sensazione dissociativa tra idea e sentimento. Manca un confine tra fantasia e realtà; si diviene prigionieri del momento presente; il futuro diviene una grande macchia sfuocata, una nuvola impenetrabile.

In questo numero

Vocazione e lavoro: una chiamata alla dignità e alla responsabilità

di Nico Dal Molin
Il Card. Anastasio Alberto Ballestrero amava ripetere: «Attraverso il nostro lavoro, sforziamoci di essere i collaboratori di Dio». La realizzazione della vocazione di ciascuno di noi si innerva anche nell’impegno professionale di ciascuno; ciò richiede e attesta la convinzione del valore umano e cristiano del lavoro, orientando le realtà umane…