N.03
Maggio/Giugno 2013

Dalla chiusura in se stessi all’amore che abbraccia l’universo

Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20).

Vogliamo dedicare questo numero della rivista «Vocazioni» al tema della GMG 2013 di Rio de Janeiro, perché questo evento straordina­rio rappresenta un humus fecondo e denso di significati nell’incon­tro tra pastorale giovanile e vocazionale e nell’annuncio del Vange­lo della Vocazione.

«Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli».

Le parole di Gesù, riportate dal Vangelo di Matteo, sono col­locate nel contesto del momento solenne, ma insieme profon­damente doloroso, della sua Ascensione al cielo.

L’Ascensione del Signore è una festa difficile da interpretare e da commentare: come fare festa per una persona cara che ci lascia?

Eppure noi sappiamo, con gli occhi della Fede e del cuore, che Gesù non se ne è andato, se non dai nostri sguardi. Non è andato in alto, ma avanti; è assente ma anche più presente che mai. Egli è il “Vicino – Lontano”: oltre il cielo e dentro ad ogni sua creatura, infinitamente oltre la mia esistenza, ma anche più intimo a me di me stesso.

Papa Benedetto XVI, commentando questo momento del Vange­lo, afferma: «L’Ascensione non è un percorso cosmico geografico, ma è la navigazione del cuore che ti conduce dalla chiusura in te stesso all’amore che abbraccia l’universo».

Le ultime parole del Signore ci permettono di gettare uno sguardo sul cuore di Gesù, sulla sua passione più grande: dare vita ad ogni creatura, in ogni angolo recondito della terra. E per fare tutto ciò egli sceglie ed invia i suoi discepoli, creature deboli e dalla fede fragile e incostante, come noi stessi siamo.

Infatti, se ciascuno di noi dovesse raccontare del Vangelo solo ciò che egli riesce a vivere, dovremmo tutti rifugiarci in un rigoroso silenzio. Ma, con il Signore Gesù che cammina al nostro fianco, non siamo chia­mati ad annunciare noi stessi o le nostre presunte conquiste, bensì una Parola ed un incontro personale che ci ha inondato il cuore di gioia; un Signore che ci ha convinto ed entusiasmato.

È l’annuncio di un progetto e di un sogno da realizzare, verso cui tutti noi siamo in cammino, pellegrini di verità e di speranza, nella pe­renne consapevolezza della nostra finitezza e debolezza.

Ognuno di noi, allora, riceve la stessa missione che Gesù ha dato ai suoi Discepoli: «Annunciate!». Il Signore non ci dice: «Inventate nuove strategie per una capillare pastorale vocazionale; acquisite nozioni e metodi manageriali per essere più incisivi nella vostra proposta». Egli ci dice semplicemente: «Annunciate quello che avete udito, visto, vis­suto, toccato con mano… Proclamatelo sui tetti e lungo le strade con gioia, coraggio e convinzione».

Certamente, non è questa la soluzione di tutti i problemi e le in­quietudini in cui si affanna il cuore umano, ma tutto ciò rappresenta il racconto di una esperienza vissuta, che ci ha toccato il cuore e ci ha portato a compiere scelte di vita impegnative e ricche di una straor­dinaria bellezza, che va narrata e testimoniata: il Vangelo, la vita, la persona di Gesù sono la forza trainante del mondo.

Il versetto che chiude il Vangelo di Matteo infonde serenità e positi­vità nell’aprire ogni capitolo nuovo della nostra esistenza: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Il Signore è la nostra compagnia, è parte integrante della nostra energia e vitalità. Quante volte sentiamo espressioni di delusione, sco­raggiamento, sfiducia: «Con le mie forze non ce la farò mai!».

Questa è la nostra certezza: noi non rimaniamo mai soli e con la nostra debolezza si intreccia la forza vitale di Gesù. La sua vita, la sua condivisione del nostro cammino non è estranea né alla fragilità né al vigore della vita; né al dolore né alla felicità dell’uomo. La presenza di Gesù, che continua la sua azione e ci affianca con la sua preziosa e delicata compagnia, «è affidata a pescatori pieni di paure e contraddizioni, che dubitano ancora, che sanno di non sapere, che si sentono piccoli, ma invasi e abbracciati dal Mistero» (A. Casati). La nostra chiamata, la nostra missione è quella di raccontare e di mostrare, nella precarietà e semplicità della testimonianza personale e comunitaria, come si può trarre linfa feconda dal Vangelo, affinché esso divenga generativo di una pienezza di vita.

È più facile trasmettere nozioni e strategie operative; ma la nostra vera missione è trasmettere vita, valori, energia, strade su cui cammi­nare con la gioia nel cuore e con occhi capaci di guardare in avanti per… abitare il futuro con Speranza.

Gesù ci ripete ancora oggi: «Imparate ad amare ed insegnate ad essere felici e a donare».

«Io sarò con voi tutti i giorni».

Gesù sarà con noi per sempre, soprattutto quando incespichiamo lungo il cammino; quando il cuore batte forte e il respiro diviene affan­noso, perché il sentiero è ripido e sembra senza fine; quando dubitia­mo di spargere un seme di bene.

Sarà con noi tutti i giorni, come germoglio che cresce, come sor­gente zampillante di vita, come sguardo di tenerezza, come soffio e respiro che accende di comunione tutte le nostre solitudini e paure.

Il Signore ci spinge a pensare in grande e a guardare lontano; e con lui possiamo affrontare «la navigazione del cuore», per passare «dalla chiusura in noi stessi all’amore vero che abbraccia l’universo» (cf Benedetto XVI).