N.01
Gennaio/Febbraio 2019

I predatori di Whatsapp e la maledizione della doppia spunta

All’inferno risulterai sempre online e la doppia spunta diventerà blu prima ancora di aver letto la notifica. Se esistesse una pena del contrappasso per i social, questa sarebbe tra le più temute. Volenti o nolenti, da quando Whatsapp ha preso stabilmente dimora nei nostri smartphone, la vita non è più stata la stessa. Una volta c’erano gli sms, che uno poteva anche guardare con calma, decidere cosa e quando rispondere e, se il caso lo richiedeva, financo dire di non aver mai ricevuto nulla. C’era anche, invero, la possibilità di ricevere un avviso di avvenuta lettura, ma a pagamento e, in un’epoca in cui avere minuti e messaggi inclusi al prezzo delle patate era pura utopia, pochi potevano permettersi di investire in certezze telematiche. Oggi tali tecniche di sopravvivenza non funzionano più. La doppia spunta si colora implacabile, ci guarda beffarda e innesca un conto alla rovescia in cui in ogni caso siamo vittime: sia che la risposta non arrivi, sia che non si riesca a fornirla. L’azzurrino è lì e testimonia l’avvenuta lettura in attesa di pronuncia, aggravata dalla consapevolezza che ogni secondo in cui risultiamo online c’è qualcuno dall’altra parte che si sta chiedendo: “Perché sta lì e non risponde?”. Certo, si potrebbe disattivare l’opzione, così come si rende inoffensivo l’orario di connessione, ma sono davvero pochi i coraggiosi che accettano l’incognita di non sapere se saranno letti i loro, di messaggi.  

A questo scenario dantesco è facile aggiungere le bolge dei gruppi. Breve e non esaustiva lista, completabile ad libitum: del catechismo, della scuola, degli scout, dei genitori di classe, degli amici delle medie, dei compagni di seminario, della festa a sorpresa, del calcetto, del burraco. Ma che accade quando si veicolano notizie non proprio essenziali e ciascun partecipante si sente in diritto (o dovere) di dire la sua? Di solito la generazione automatica di decine di messaggi, destinati a non essere letti per manifesta inferiorità numerica dell’incauto lettore occasionale.  

Quindi tutto male? No, affatto. Whatsapp ha reso le comunicazioni più rapide e più incisive, consentendo di inviare avvisi e informazioni in tempi azzerati – e contemporaneamente – ad un numero considerevole di persone. Purtroppo, si sa, la comodità è fintamente gratis: a volte si paga persino con la connessione perpetua.