N.01
Gennaio/Febbraio 2019

La parola prende corpo

Il bibliodramma

Spesso desideriamo un altro sguardo, vorremmo occhi che sanno vedere oltre, che riconoscono le tracce della bellezza, della vita piena del Vangelo nella trama della quotidianità per assecondarla, promuoverla, farla crescere. A volte basterebbe solo cambiare punto di vista, assumere un’altra prospettiva, per scorgere della realtà qualcosa di nuovo, inaspettato o addirittura più profondo. Una prospettiva, un luogo, un modo, una strada dove ‘spostarsi’ e ascoltare ancora la Parola che chiama, che non è mai la stessa. 

Attraverso l’espressione verbale o corporea, quella grafico-pittorica o fotografica, il bibliodramma tende a coinvolgere in modo dinamico le persone, partendo dalla Parola di Dio.  

La tecnica nasce intorno agli anni Sessanta e si sviluppa in varie parti del mondo, soprattutto nel nord Europa, in America latina, negli Stati Uniti ed in Asia. Nel 2010, si costituisce l’Associazione Italiana Bibliodramma che propone percorsi formativi per chiunque voglia apprendere la metodologia, le regole, la struttura degli incontri. L’essenza di un laboratorio di bibliodramma sta nel condurre i partecipanti dentro il testo, che prende vita – prende letteralmente corpo – attraverso l’attivazione dei sensi, dell’immaginazione, delle emozioni. Si sollecita un processo di rispecchiamento nel testo e di personalizzazione espressiva che non solo ne favorisce la comprensione, ma permette una relazione feconda tra Parola e vita in un clima di preghiera, sotto la guida dello Spirito.  

Vita, Parola, intimità, espressione, vissuti. Il bibliodramma intende mettere in contatto vivo e intenso la storia personale e la storia di Dio. Umano e divino: sono gli ingredienti del nostro ‘laboratorio’.