N.01
Gennaio/Febbraio 2019

Nelle mani del vasaio

La vocazione è trovare un centro

Abbiamo scelto per questa copertina l’immagine di due mani d’artista che torniscono la creta. Il riferimento biblico subito ci porta nella bottega in cui Geremia è invitato dal Signore ad entrare per ricevere l’annuncio che il popolo d’Israele nelle mani di Dio (Ger 18,2-6). «Come l’argilla nelle mani del vasaio che la modella a suo piacimento, così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati» (Sir 33,13).

La sapienza della Scrittura ci mostra anche l’impegno e l’ansia per questo lavoro, la fatica dei piedi nel girare la ruota e lo sforzo delle braccia per vincere la resistenza dell’argilla (Sir 38,29-30). Sembra di vedere la passione di Gesù che ha «lavorato molto e si è affaticato duramente per molto tempo» per iniziare e compiere l’opera della redenzione (cf. Giuliana di Norwich, Il libro delle rivelazioni, c. 51).

Tuttavia, il momento che abbiamo scelto del processo della tornitura è l’inizio, il primo passaggio, lo spunto dal quale dipende tutto il resto dell’opera. È il momento della centratura perché per lavorare la creta è necessario che tutta la materia trovi il suo centro.

Vogliamo, allora, considerare la vocazione dalla parte dell’argilla e l’importanza di trovare un centro attorno al quale permettere a tutta la vita di iniziare a ruotare. Non tutta la materia trova subito il suo punto d’equilibrio, occorre pazienza, imprimere movimenti decisi ma non troppo violenti, accompagnare il movimento della rotazione con fermezza, attendendo che la terra inumidita sia tutta ricondotta.

È l’opera che Dio ha avviato con la creazione e con la redenzione; è il travaglio della storia che ancora non è giunta al suo compimento e ancora tutto non gira attorno al suo principio (Ef 1,10). Nella chiesa di sant’Ignazio a Roma, l’autore della volta ha voluto far convergere tutte le linee prospettiche verso un centro preciso. Attraverso la tecnica del tromp d’oeil la volta che rappresenta la gloria del fondatore della Compagnia di Gesù appare confusa e disordinata; solo dalla perpendicolare della rappresentazione del Cristo Risorto (marcata sul pavimento con un marmo giallo) l’intera narrazione acquista armonia.

 

 

«Portare i giovani nel cuore del mistero, dirigere lo sguardo verso l’alto, ritrovare lo stupore, scoprire i segni del Signore». Acconsentire al movimento dello Spirito, riconoscere e rispondere alla propria vocazione è essere ricondotti al Centro, al perno di tutta la vita e di tutte le vite che ha un nome e un volto, quello di Gesù e attorno a lui, intuire la propria missione (EG 273) a servizio degli altri.