N.05
Settembre/Ottobre 2019

Maria Maddalena, apostola tra gli apostoli

 

In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni. (Lc 8,12)

 

 

Nel cuore del Pollino, nella chiesa collegiata della Maddalena a Morano Calabro, sulle pareti laterali della zona absidale, si osservano quattro grandi tele raffiguranti altrettanti storie della vita di Maria Maddalena.

Si tratta di quattro opere, dipinte tra il 1599 e il settembre 1600, dal pittore fiammingo Pedro Torres (documentato a Napoli dal 1591) il cui pagamento è corrisposto all’artista dal moranese Ottavio Manco [1].

Originariamente le tele abbellivano le portelle del grande organo [2] collocato sulla cantoria della chiesa, nel corso del XVIII secolo, smontato lo strumento, i dipinti furono  collocati a ornamento della zona absidale della chiesa.

Il ciclo racconta quattro episodi della vita di Maria Maddalena: La predica di Cristo, la Svestizione della Maddalena, l’Assunzione della Maddalena e Maria Maddalena in preghiera, ribadendo il culto della santa diffusosi già in età medievale secondo il modello vezeliaco (cluniacense) [3] continuato secondo la canonizzazione agiografica e iconografica rafforzata poi anche in età controriformistica.

 

Predica di Cristo

Il tema del dipinto piuttosto insolito, rappresenta  la conversione di Maria Maddalena, in conformità alla descrizione di questa scena nell’opera di Pietro Aretino L’umanità di Cristo, edita nel  1535; nel testo, una sorta di approfondimento classico dei  Vangeli, molto noto in epoca rinascimentale, si racconta che Marta e Maria Maddalena sono nel tempio dove Gesù sta predicando. Maria Maddalena è in ginocchio accanto a Cristo, con il volto diretto verso quest’ultimo. Lo sfarzoso vestito che indossa la Maddalena sottolinea la sua vanità e la sua peccaminosità, le quali, nell’istante raffigurato, svaniscono a causa dell’incontro con il Messia. È in questo incontro che inizia il cammino di Maria di Magdala.

 

Svestizione della Maddalena

In un interno lussuoso, una giovane e bellissima donna, Maddalena,  dai lunghi capelli color oro, in riferimento iconografico all’episodio evangelico in cui asciugò i piedi di Cristo con i propri capelli, appare abbigliata con un sontuoso abito, è ritratta nell’atto di spogliarsi dei gioielli che indossa. Nella composizione, sulla sinistra, compare un tavolo su cui sono abbandonati, con apparente casualità, monili e perle, insieme ad un prezioso vaso contenente olii profumati, suo tradizionale attributo. In questa immagine Maddalena si sta spogliando delle sua vita precedente e sta iniziando a incedere verso la piena conversione.

 

Maddalena in preghiera

In una ambientazione silvestre, Maddalena, ormai dismessa la bellezza e la cura della sua precedente vita, è ritratta qui inginocchiata, assorta in preghiera, davanti ad un altare, improvvisato  tra rovi e rami, sul  quali sono disposti un Crocifisso, un teschio, attributo dell’eremita come fonte di meditazione sulla morte,  e un libro di preghiera sul quale sta leggendo essa stessa.

Questo episodio narra  la legenda del suo straordinario pellegrinaggio in Francia, dove, in età matura, si ritirò a vivere in solitudine in una grotta presso Sainte –Baume. L’accadimento dell’eremitaggio di Maddalena in Provenza, regione in cui iniziò la propagazione del culto per poi diffondersi in tutta Europa, muove dalla descrizione di questi accadimenti all’interno della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze.

 

Assunzione della Maddalena

I racconti agnostici sulla vita della Maddalena narrano che,  nell’ eremo solitario, sulle montagne presso Sainte-Baume, dove Maria di Magdala era approdata e dove visse da eremita per circa trent’anni, sette volte al giorno gli angeli scendevano e la conducevano in cielo, perché le fosse concessa una visione della beatitudine futura. Il soggetto raccontato in questo dipinto è stato sviluppato durante il periodo rinascimentale ma è assai comune a partire dal tardo XVI secolo, in assoluta concordanza con la cronologia documentata del ciclo moranese.

 

 

 

 

Il nome Maddalena deriva da “Magdala”, una piccola cittadina sulla sponda occidentale del Lago di Tiberiade, detto anche di Genezaret.

Maria di Magdala è tra i personaggi femminili più rappresentati nella traduzione iconografica cattolica, nonostante  le note biografiche all’interno dei vangeli non siano generose.

Le narrazioni evangeliche ne delineano la figura attraverso pochi versi, facendoci constatare quanto ella fosse una delle più importanti e devote discepole di Gesù.

Gli evangelisti concordano su alcuni aspetti che riguardano questa figura, identificandola  come  Maria di Magdala, e la presentano come uno dei discepoli che seguivano Gesù fin dalla Galilea, ricordando questa figura presente alla sua crocifissione ed alla sepoltura, e la riconoscono con colei che si recò al sepolcro la mattina della Domenica di Pasqua, per ungere il suo corpo, scoprendo la tomba vuota.

Sempre secondo i Vangeli, la Maddalena è stata la prima a vedere Gesù risorto e ad annunciare la sua risurrezione agli apostoli, ella divenne così la prima annunciatrice della resurrezione e per questo, in seguito, le si attribuì il titolo di apostola degli apostoli e di evangelista, a lei Gesù affida l’annuncio del grande mistero della Resurrezione.

La Maddalena rappresenta, dunque, una figura emblematica all’interno della vita di Cristo, tuttavia per secoli ella è stata considerata, a causa di una confusa identificazione, come prototipo della peccatrice redenta, questa fama di meretrice ravveduta è invece un travisamento esegetico dei testi biblici, in cui viene confusa con altre figure femminili presenti nelle scritture, distorsione che le ha imposto un ruolo e determinandone l’iconografia tradizionale.

Le tele presenti a Morano Calabro mostrano quattro episodi della vita di Maria Maddalena desunti da testi non canonici, ella è dunque rappresentata  prima della sua missione di annuncio, in una metamorfosi intellettiva ed estetica.

È di grande rilevanza che, in un tempo nel quale la testimonianza delle donne, e quindi la loro parola, non aveva valore giuridico, il Cristo affidi il messaggio fondamentale della cristianità alla Maddalena, facendo di lei la prima testimone, la mediatrice della Parola, del Logos incarnato, rendendola dunque apostola degli apostoli.

 

 

 

[1] Il documento, custodito presso l’Archivio ASBN (Banco Sant’Eligio giornale 16), pubblicato da D’Addosio, Documenti inediti di artisti napoletani dei secoli XVI  e XVII dalle polizze dei banchi, Pierro, Napoli 1920, 121; Leone de Castris, Pittura del Cinquecento a Napoli. 1573-1606. L’ultima maniera, Electa, Napoli 1991, 337-338; Leone, Calabria documentata 2, “FuoriQuadro”, II (2006),  5.

[2] Nella cedola del documento, infatti, si pagano a Pedro Torres, 15 ducati, a compimento dei 45 per «doi porte d’organo»,  Leone, Calabria documentata 2, “FuoriQuadro”, II (2006).

[3] L’abbazia di Vezelay, in Borgogna, e la chiesa abbaziale clunicense dedicata a Sainte Madeleine, dove secondo la tradizione si troverebbero le reliquie della Maddalena, fu fondata nel IX secolo e ricostruita in parte tra il 1135 e il 1340, durante il Medioevo, fu meta di importanti pellegrinaggi.