N.05
Settembre/Ottobre 2020

I Cammini di Leuca

La Via Sallentina

 

Il percorso

 

“Cammini di Leuca” è un progetto di comunità: nato e promosso dal Parco culturale ecclesiale Terre del capo di Leuca – de Finibus Terrae, esso è forse primariamente una visione. Nel complesso e guardando la mappa dall’alto si possono immaginare i tracciati come fossero tre fiumi – la via Sallentina, Leucadense e Traiana Calabra – che irrorano il Salento, da nord a sud, fino al mare: come l’acqua per la forza di gravità è attratta verso una direzione, così essi si dirigono al santuario di Santa Maria di Leuca. I percorsi sono progettati sulla base di studi storici attualizzati secondo l’odierna conformazione del paesaggio e delle comunità locali. Puntano con decisione alla “Stella Maris”, luogo intimo e insieme pieno di luce che custodisce il quadro di Maria con in braccio Gesù bambino. Tutto, nel cammino, attrae verso quell’incontro pieno d’amore con la Madre.

Le tre direttrici si incontrano al santuario di Leuca Piccola per poi confluire insieme, lentamente e silenziosamente, alla fine delle terre. Questo santuario minore è da secoli punto di passaggio di tutti i pellegrini che hanno calcato qui i sentieri mariani: dice la storia – o narra la leggenda – che migliaia abbiano immaginato, giungendovi, di essere arrivati alla mèta. Nel ventre profondo dei suoi sotterranei viaggiatori e viandanti hanno trovato riparo e uno spazio dell’anima, nell’ultima tappa prima di concludere il cammino.

La basilica Santuario, bianchissima sul Mediterraneo, chiude l’Italia lambita da due mari e al contempo si apre all’accoglienza allargando le braccia, da duemila anni, ai navigatori che approdano a questa costa. È questo da sempre il fascino mistico e magnetico della bianca Signora di Leuca: accoglienza ed amore materno, silenzio e ristoro, pace e perdono, luce nelle tenebre.
È questo che cercavano i pellegrini che, dalla fine del 1200, seguivano i Percorsi della perdonanza, esortati dalla bolla di Celestino V ad intraprendere viaggi pieni di sogni, speranza e preghiera. È questo che trovano oggi coloro che giungono ai luoghi che sono di don Tonino Bello, la cui eredità spirituale si respira ancora in ogni pietra; la sua parola echeggia – sempre più contemporanea – nella Terra che ne custodisce le spoglie mortali, ad Alessano. È questo che ciascuno sente, vivo sulla pelle, nell’incontrare decine di cripte e cappelle votate a Maria, costruite, pietra su pietra, nei secoli a partire dal passaggio di san Pietro, primo grande pellegrino di Leuca.

Il progetto dei “Cammini di Leuca” vede mappati oltre 600 km di cammini, con una sfida ambiziosa che impegna oggi il Parco Culturale e le comunità locali: implementare la via Sallentina fino a Matera. È questa la più occidentale delle direttrici e da Taranto lambisce la costa ionica attraverso le tappe dell’antica strada messapica: da Manduria a Porto Cesareo e Nardò, Gallipoli e Alezio, Ugento e Vereto.

La segnaletica è in fase progettuale e il coordinamento sta organizzando le accoglienze e l’animazione sul territorio che è una grande parte dell’anima di questi cammini: in ogni periodo dell’anno le feste e le sagre e, ancor più, i momenti dell’anno liturgico – con una fortissima devozione ai Santi e alle Sante – sono appuntamenti che restituiscono ad ogni viandante e pellegrino un senso pieno di appartenenza alle comunità locali. È proprio nell’accoglienza che questo territorio esprime al meglio la propria identità.
A chi desiderasse percorrere i Cammini è consigliato contattare il Parco culturale e la Basilica santuario di Leuca. Sono disponibili le credenziali ed il Testimonium è rilasciato all’arrivo.

Leuca è una chiamata. Una chiamata materna. Lo sentirà nel profondo ciascuno ad ogni passo fino all’abbraccio, all’arrivo, della Signora – della stella – del mare, in un incontro catartico e di ricongiunzione con se stessi fino all’origine della propria vita.

 

Per approfondimenti, info e contatti: www.camminidileuca.it, www.basilicaleuca.it.

 

 

La strada

 

Chi non vorrebbe camminare con lo sguardo rivolto ad una meta unica, dove fatica e sogni si fondono nel balsamo profumato della gioia? Chi non vorrebbe trovarsi su un punto della terra dove qualcosa di unico si scorge all’orizzonte e invita a fare un bel sospiro dove abbandono e invocazione si fanno speranza? De Finibus Terrae è il monte su cui vivere un’esperienza unica! Come Mosè sul Monte Nebo, così l’ospite che giunge a Leuca è invitato a guardare l’orizzonte – in questo caso – non per ammirare la terra promessa, ma per rimanere a bocca aperta davanti ad un mare di promesse… anzi davanti a due mari, dove le promesse dell’uomo e le promesse di Dio si fondono e rendono possibile la pace. E la Croce petrina che Pietro stesso, secondo la tradizione, ha piantato su questa fine di terra racconta la storia di innumerevoli incontri che fanno di questo promontorio la roccia su cui si aggrappano le speranze di popoli e nazioni che cercano e vogliono incontrarsi, dialogare e tessere trame di pace e di solidarietà. E S. Maria de Finibus Terrae, che ha assistito ai travagli dell’umana convivenza, indica, come donna saggia e come madre premurosa, la strada tanto antica e sempre nuova su cui l’uomo può riscoprire il suo vero volto: ospite ospitato, immagine del Dio Trinità.

E l’ospite che sarà giunto a Leuca tornerà alla sua ferialità con la bisaccia piena di Bellezza! Porterà con sé per sempre una spugna imbevuta di sole: la brillantezza della terra, il calore delle relazioni, la luminosità delle tradizioni. Porterà con sé per sempre un pezzo tostato di mare: il sapore della saggezza degli anziani, la purezza dei sogni dei ragazzi, il ristoro della mensa di famiglie. Porterà con sé per sempre una bottiglietta piena di vento: la forza di una terra caparbia, la freschezza di possibilità che germogliano, il volano di mani che mai si arrendono.

Tutto è unico, perché De Finibus Terrae è unica! Un luogo unico che ha una vocazione unica!

Unico è il posizionamento geografico. Da sempre il promontorio japigio si tuffa nel Mar Mediterraneo e, con sé, porta l’intera Europa a protendersi verso un mondo che gli sta di fronte e la fa sedere al tavolo Mediterraneo su cui si condivide la comune cultura mediterranea, nella quale la sapienza ha sempre abbracciato l’esperienza, gli ideali si sono sempre misurati con il rispetto reciproco e il progresso è sempre stato frutto della terra, custodita con laboriosità e fedeltà. Unico è il Santuario de Finibus Terrae in cui, da Pietro a Benedetto XVI, per due millenni sono giunti pellegrini da ogni dove. Un Santuario che porta scritto nelle pietre la fatica del dialogo tra i figli di Abramo, in cui l’incomprensione e l’odio tutto hanno distrutto e dato alle fiamme, tranne quelle decine di centimetri di tela che raffigurano il segreto della pace: la Madre e il Figlio Gesù. Tutto passa, l’Amore resta! E Leuca, col suo Santuario, lo racconta… e lo stesso faro chiede di guardarlo, per non perdere mai la rotta della vita.

Unico è l’orizzonte. A Leuca ci si può togliere le scarpe e respirare a pieni polmoni, recitando una preghiera di abbandono filiale tra le braccia della Madre. Alle spalle la sua casa, la Basilica, accanto il grande faro bianco e… davanti il mare! Se si giunge a De Finibus Terrae non è solo per incontrare Maria, ma perché lei vuole lasciare un messaggio e lo fa indicando proprio il mare, davanti al quale invita ad abbracciare le parole del profeta, don Tonino Bello, che l’ha chiamata Donna dei nostri giorni: Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Insegnami allora a librarmi con Te perché vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla: vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento; vivere è assaporare l’avventura della libertà, vivere è stendere l’ala, l’unica ala con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te. Ma non basta saper volare con Te, Signore: Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello, e aiutarlo a volare. Soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un’ala di riserva. Soprattutto per quel fratello che, al di là del mare, attende una mano per vivere l’esperienza stupenda della fraternità universale, per scoprire la bellezza di vivere col volto rivolto.

 

 

In allegato a fondo pagina trovi la mappa del cammino!

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