N.01
Gennaio/Febbraio 2022

La bellezza di Aprile

Testi di Pseudo-Macario, Eliot e Guccini

In questo numero i lettori di questa rubrica potrebbero restare perplessi davanti al titolo. Cosa c’entrano il “bardo di Pavana” e il poeta della Terra desolata con i nostri Padri “strani”? Vediamo.

Gli appassionati di Guccini avranno in mente probabilmente la Canzone dei dodici mesi, nella quale si incontra un verso che di solito colpisce: Con giorni lunghi al sonno dedicati il dolce Aprile viene/quale segreto scoprì in te il poeta che ti chiamò crudele?

Il poeta a cui si riferisce è naturalmente T.S. Eliot (1888-1965) e troviamo aprile così definito proprio nell’incipit del famoso poema The Waste Land: “Aprile è il più crudele dei mesi”…

Guccini si chiede perché associare l’aggettivo “crudele” al mese della primavera e della rinascita alla vita. Così inizia la poesia di Eliot: 

 

Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
L’inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera.

 

Perché è crudele? Perché durante l’inverno tutto sembra morto, tutto riposa sotto la coltre della neve, tutto sembra uniforme nella immobilità. Ma ad Aprile si fa verità: Aprile mostra chi era morto davvero e chi, invece, sembrava morto e semplicemente attendeva la vita. È crudele in quanto smaschera ogni possibilità di ingannare e ingannarsi. 

Ma Eliot da dove ha preso questa immagine? Qui la questione si fa più sfumata. Un indimenticabile corso di Letteratura e cristianesimo che frequentai a Firenze ben trenta anni fa, tenuto dallo scrittore Carlo Lapucci, mi fece conoscere e amare il poema di Eliot, aprendomi al mondo del linguaggio simbolico; ma anche richiamò la mia attenzione proprio su questo verso iniziale: April is the cruellest month… Anni dopo, studiando i Padri, mi sono imbattuto nei testi dello Pseudo Macario, una raccolta di 50 omelie che vanno sotto il nome di Macario l’Egiziano ma che oggi si considerano non di sua paternità. Sono testi che sottolineano molto forte l’unione con lo Spirito e la centralità del cuore. Ebbene, in ben due omelie troviamo un accenno alla funzione speciale di Aprile. Fondamentalmente è un invito a una lettura spirituale dell’azione dello Spirito nella resurrezione dei corpi e del giudizio che in quel momento avverrà, mostrando chi si sarà risvegliato per la vita eterna e chi per l’altra retribuzione. Non posso provare che Eliot abbia letto queste omelie (sebbene già nel 1921 vi fosse una traduzione completa) ma la prossimità è assai evidente. Ma leggendo questi testi vediamo anche l’interpretazione datane da Eliot è un po’ più tetra rispetto alla luce e alla gioia che trasudano dalle parole di queste due omelie.

 

 

Omelia 5

Sforziamoci dunque, mediante la fede e la vita virtuosa, di ottenere qui quel vestito, affinché, deposto il corpo, non veniamo trovati nudi, e non ci sia nulla in quel giorno per glorificare la nostra carne. Poiché nella misura in cui a qualcuno è stato permesso di diventare, mediante la fede e la diligenza, partecipe dello Spirito Santo, anche il suo corpo sarà glorificato in quel giorno. Ciò che l’anima ha ora accumulato all’interno, sarà poi rivelato e manifestato all’esterno nel corpo. Come avviene per gli alberi che hanno superato l’inverno, quando sono riscaldati dall’invisibile influenza del sole e dei venti, il loro vestito di foglie esce dall’interno e germoglia; e come in quella stagione i fiori dell’erba spuntano dall’interno del seno della terra e la terra è coperta e vestita, e l’erba è come quei gigli di cui il Signore ha detto che nemmeno Salomone in tutta la sua gloria era vestito come uno di loro (Mt 6,29) – poiché queste sono tutte parabole e tipi e figure dei cristiani alla resurrezione; così per tutte le anime amanti di Dio, per i veri cristiani, viene un primo mese, uno Xanthicus, che si chiama Aprile. È il giorno della resurrezione; e per il potere del Sole di Giustizia la gloria dello Spirito Santo esce dall’interno, rivestendo e coprendo i corpi dei santi della gloria che avevano prima, ma nascosta all’interno delle loro anime. Ciò che un uomo ha si manifesta esternamente nel corpo. Questo mese, dice, sarà il primo mese dell’anno; questo porta gioia a tutta la creazione; questo veste gli alberi nudi, aprendo la terra; questo produce gioia per tutti gli esseri viventi; questo mostra allegria per tutti; questo per i cristiani è Xanthicus, il primo mese, che è la stagione della risurrezione, in cui i loro corpi saranno glorificati mediante la luce indicibile che anche ora è in loro che è la potenza dello Spirito Santo e che sarà poi per loro vestito, carne, bevanda, letizia, gioia, pace, veste, vita eterna; poiché tutta la bellezza dello splendore e dello splendore celeste allora verrà loro da quello Spirito della Divinità che hanno avuto il privilegio di ricevere anche ora.

 

 

Omelia 12

Come nella stagione del mese di Xanthicus, le radici sepolte nella terra mettono i loro frutti, i loro fiori e le loro bellezze, e portano frutto, e le buone radici si manifestano e [pure] quelle che hanno spine si manifestano, così in quel giorno ciascuno rende evidente con il proprio corpo ciò che ha fatto. Le cose buone e quelle cattive si manifestano allo stesso modo. Lì sta tutto il giudizio e la retribuzione.