N.04
Luglio/Agosto 2000

Una vita…tanti doni…

Opero in una scuola dell’infanzia. Nel corrente anno scolastico mi è stata affidata una sezione di bambini di quattro e cinque anni. Sono quasi tutti al loro primo ingresso nella scuola. All’inizio dell’anno scolastico il primo progetto proposto è quello dell’accoglienza e prevede tra gli obiettivi la conoscenza reciproca. La conoscenza si fa a partire dalla socializzazione del proprio nome.

Una mattina, dopo avere rasserenato gli animi di quelli che hanno difficoltà ad accettare di rimanere a scuola senza la mamma, ci disponiamo in cerchio, seduti per terra, e chiamo: 

– Bimbo, vieni qui!

Tutti mi guardano ma nessuno osa avvicinarsi. 

– Vieni – ripeto – non hai sentito? – ma non indico alcuno in particolare. Ovviamente nessuno si muove. Oh che sbadata! Nessuno può rispondermi se non lo chiamo per nome. Ma io non conosco i vostri nomi. Facciamo un gioco – propongo – nel quale ognuno di noi si presenta pronunciando il proprio nome. I bambini acconsentono.

Io mi chiamo Cettina – dico – e tu come ti chiami? – chiedo rivolgendomi ad un bambino bello e paffuto che sta seduto di fronte a me. 

Io mi chiamo Alessio – risponde. Facciamo il giro delle presentazioni e inventiamo dei giochi per facilitare l’apprendimento dei nomi dei compagni. Alla fine alcuni raccontano le proprie esperienze e poi la giornata continua con altre mille attività.

Il giorno successivo riprendiamo la conversazione sul nome.

– Tu perché ti chiami Gaetano? – chiedo a un bel bimbetto bruno dagli occhi vivaci. Perché mio nonno si chiama Gaetano – risponde. Io mi chiamo Mariangela perché a mamma piace così… Io mi chiamo Cristopher perché a mia madre piace un attore che si chiama Cristopher!…

Ognuno ha qualcosa da dire sull’argomento. Chiedo: – Ma chi ha deciso i nostri nomi?  

– Papà… mamma… rispondono. 

Spiego, quindi, che le prime persone che pronunciano il nome del proprio bambino sono mamma e papà. Ogni bambino esiste perché mamma e papà lo hanno pensato e lo hanno chiamato alla vita. Prima ancora che il bambino nasca, papà e mamma si chiedono: sarà maschio o femmina? Come lo chiameremo?… E insieme decidono il suo nome. Quando il bambino nasce, annunciano con gioia il suo nome, lo fanno conoscere a tutti: “siamo felici di annunciarvi che oggi è nato Filippo… Francesco… Tony… Anna…”.  E tutti, parenti e amici, gioiscono insieme con mamma e papà. I bambini parlano… raccontano di ciò che hanno sentito dire ai loro genitori riguardo alla loro nascita… disegnano la loro stessa immagine… fanno il pupazzetto con la cera pongo… scelgono fra tanti cartellini quello col proprio nome.

Successivamente una mattina chiamo l’appello e spiego ai bambini che quando sentono pronunciare il loro nome devono rispondere “presente!”, oppure “eccomi!”. 

Dopo l’appello dico: 

Adesso io so che qui ci siete presenti voi…, mentre Rosario e Noemi sono assenti. Lo so perché i vostri nomi sono scritti sul registro della scuola.

– Chi li ha scritti? Chiedono in coro i bambini.

Si svolge la conversazione sull’importanza della registrazione del nome: Quando un bambino nasce papà si reca all’ufficio anagrafe del Comune per fare registrare il suo nome, così tutti sanno che lui esiste, è nato un nuovo cittadino. Questo è importante per avere un medico che lo curerà quando si ammalerà, per andare a scuola, per andare in palestra e al cinema… e poi, quando diventerà grande, per potere svolgere un lavoro… Ma c’è un altro posto dove è registrato il nome di ogni bambino. 

I bambini s’incuriosiscono, chiedono quale.  

Presento allora le immagini del battesimo di un bambino. Tutti guardano meravigliati e commentano: Io pure ce l’ho le foto del mio battesimo!… Ero piccolo, piccolo, mi ha battezzato la zia!… Io ho la videocassetta del mio battesimo!…

Li lascio liberi di esprimersi, quindi, riprendo l’argomento dicendo che qualche giorno dopo la nascita il bambino viene portato in chiesa per ricevere il battesimo e così il suo nome viene scritto nel registro della chiesa. Quando il sacerdote, versando l’acqua sulla testa del bambino, lo chiama per nome e dice “Vincenzo… Marzia… Rosalia… io ti battezzo nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” il bambino diventa figlio di Dio e tutti nella chiesa sono contenti perché sanno di avere un nuovo fratello. Altro obiettivo da fare raggiungere ai bambini è la scoperta dei doni di Dio.   

Ormai tutti i bambini chiamano per nome i propri compagni ed esprimono la gioia di trascorrere insieme tante ore della loro giornata. Tutti volentieri frequentano la scuola e i giorni di vacanza non sono loro molto graditi. Durante l’anno scolastico parliamo della creazione. Leggo alcune frasi direttamente dalla Bibbia illustrata: spiego ai bambini che la Bibbia è il libro di Dio, nel quale sono scritte le opere meravigliose di Dio. Li conduco fuori per osservare la natura e li aiuto a riflettere su ciò che ci circonda. Pongo in evidenza che Dio ha dato il nome ad ogni cosa creata. Anche l’uomo è stato creato da Dio e anche all’uomo Dio ha dato il nome.

Dio conosce il nome di ciascuno di noi prima ancora che nasciamo. I bambini chiedono: Come mamma e papà

La risposta certamente non è facile, ma cerco di far comprendere ai piccoli che Dio conosce tutto, anche quello che noi pensiamo e che gli altri non possono conoscere. Conosce i nostri nomi prima ancora che mamma e papà cominciassero a pensarli, perché Dio ci ama, è Padre nostro, come ci ha detto Gesù.  Nella Bibbia c’è scritto: “Prima che tu nascessi io ti ho conosciuto; il tuo nome io lo porto scritto nel cuore. Non temere io sarò sempre con te”.

Nel tempo di primavera e di preparazione alla Pasqua le conversazioni con i bambini sono incentrate sulla vita che rinasce. Abbiamo fatto l’esperimento dell’uovo e del pulcino. Abbiamo osservato prima le componenti dell’uovo, poi il pulcino caldo e giallo appena nato. Ho chiesto ai bambini se è mamma gallina, quando cova l’uovo, che trasforma il tuorlo giallo in un cuoricino che batte e pompa il sangue, in due occhi che vedono, due zampette che camminano, due ali capaci di volare… I bambini rispondono di no. Se non è mamma gallina, allora, chi opera questa trasformazione dentro l’uovo?C’è una sola persona capace di compiere questi prodigi, Colui che ha creato tutte le cose. 

– È Dio! – rispondono in coro i bambini.

 Abbiamo conversato, successivamente, della vita che nasce dall’amore di mamma e papà, del bambino che si forma nella “pancia” di mamma e dell’abilità di mamma di fare un cuoricino che batte, due occhi che vedono, due polmoni che respirano, due piedi che camminano, due mani che toccano, prendono e fanno… I bambini, in riferimento all’esperienza precedente, hanno concluso dicendo che mamma non lo sa come avviene tutto ciò dentro il suo corpo: è Dio che fa queste cose! Cerco di far comprendere inoltre che Dio mette dentro ogni bambino che deve nascere il suo Spirito che lo rende capace di capire, di volere, di amare… 

Concludiamo dicendo che noi esistiamo perché Dio ci ama e ci forma nella “pancia” della mamma. La mamma mette a disposizione il suo corpo, il suo sangue perché Dio formi una nuova creatura. La conversazione viene ripresa dopo sul tempo dell’attesa. Sin dal primo momento, in cui si accorge di attendere un bambino, la mamma non pensa ad altro che a lui, già lo ama tantissimo, gli parla, lo sogna… per lui accetta di cambiare abitudini di vita. Per far crescere bene il suo bambino mangia soltanto cibi che non siano nocivi per lui, non fuma, sa che non deve stancarsi… cambia modo di vestire… A mamma piace essere magra, vestire bene…

– Sì è vero, la mia mamma fa sempre la dieta! dice Noemi.

Per amore del suo bambino la mamma accetta di diventare grassa… È grande l’amore della mamma per il suo bambino. Mamma e papà trascorrono molto tempo a preparare, per il bambino che deve nascere, tante cose belle, capaci di farlo stare “bene” quando “verrà alla luce”: una culla calda e comoda, gli indumenti adatti, i pannolini, le creme, i profumi…

Com’è cambiata la vita di mamma e papà! Non vanno più al cinema, non vanno allo stadio, non organizzano di viaggiare, fanno lunghe passeggiate a piedi… Questo bambino non è ancora nato e già ha cambiato la loro vita!

È tanto grande l’amore di mamma e papà per il loro bambino che rinunziano a tutto per farlo nascere sano e per preparargli tutto ciò che gli occorrerà. E quanto è più grande l’amore di Dio per ciascuno di noi! La vita e tutto ciò che possediamo ci sono stati donati da Lui (vengono nominati gli elementi costitutivi della persona, l’intelligenza, la volontà, la capacità di amare…). Dobbiamo dire grazie a mamma e papà che ci hanno fatto nascere e dobbiamo ringraziare Dio, Padre nostro, perché attraverso mamma e papà ci ha donato tutto ciò che abbiamo.

A conclusione recitiamo la preghiera: “Sono meravigliose le tue opere, Signore, tu mi hai tessuto nel seno di mia madre. Grazie, perché mi hai fatto come un prodigio. Sono meravigliose le tue opere”. Quando trattiamo di questi argomenti lo stupore è evidente sul volto dei bambini che cantano: “L’amore del Signore è meraviglioso, l’amore del Signore è meraviglioso, l’amore del Signore è meraviglioso, grande è l’amor di Dio…”.