N.03
Maggio/Giugno 2009

Conquistato dal cuore di Cristo

L’eredità vocazionale di don TONINO LADISA

Caro don Tonino,

avevo pensato di scriverti due righe e chiedere al nostro CNV di dare qualche spazio a questa lettera, quando don Nico mi ha preceduto e mi ha chiesto di “fare la mia parte” e scri­vere qualcosa per la nostra rivista. Puoi immaginare la gioia che ho provato, insieme alla trepidazione, per riuscire a dire le cose immense che ho nel cuore e che mi uniscono a te.

Quando mi è giunta la notizia che il tuo pellegrinaggio terreno era giunto al termine, per un attimo ho naturalmente condiviso lo sgomento e lo stupore di tutti. Ma non volermene se ti dico che è durato pochissimo: un batter di ciglia. Sai cosa ho provato in realtà? Una grande nostalgia del Cielo e un po’ d’invidia, perché tu eri già arrivato là dove ti aspettava Colui nel quale tu, da sempre, avevi riposto la tua fiducia.

Così come era accaduto con mia mamma – e tu mi sei stato così vicino – ho visto le tenerissime braccia del Padre chinarsi accanto alla tua macchina distrutta, prenderti come bimbo svezzato in braccio a sua madre e dirti: «Vieni, servo buono e fedele… entra nella gioia del tuo Signore». Perdonami se non sono riuscito a piangere: non è stata una mancanza di amore, ma piuttosto la certezza della tua gioia, perché, se è vero che – come ci siamo detti mille volte – “alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”, tu camminavi incon­tro alla luce, alla pace e alla gioia.

Come faccio, adesso, a ricordare le ragioni per le quali, nel pro­fondo del mio cuore, ho vissuto questo momento di pace e di spe­ranza? Cosa vuoi che dica ai lettori della nostra rivista che possa in qualche modo narrare e testimoniare l’eredità che hai lasciato, per noi che restiamo quaggiù e che un giorno ti raggiungeremo? Vuoi che dica a tutti il lavoro straordinario che avevi fatto dentro di te per lasciarti conquistare dal cuore di Cristo?

Vuoi che dica a tutti come questo lavoro porti frutto, perché lo Spirito occupa e vitalizza sapientemente gli spazi interiori che noi riusciamo a fare con la nostra intelligenza e la nostra volontà? Vuoi che parli della tua bontà, della tua gioia, della tua generosità, della tua disponibilità?

Ma non parlerei di te, don Tonino: parlerei semplicemente dei capolavori che la Grazia di Dio compie in chi semplicemente e umilmente – senza falsità, come Natanaele – si affida alla storia d’amore che Gesù-Sposo vuole con noi, sua sposa.

Perché tu hai fatto questo. Certo, non lo hai fatto senza fatica! Ogni tanto – raramente – ti vedevo diventare nervoso, perché non riuscivi ad accettare che si potesse ragionare in maniera diversa dal cuore di Dio: non sopportavi la freddezza, la rigidità, la dop­piezza, la superficialità… Ma non era merito tuo. Il cuore di Cristo ti aveva conquistato e non c’era posto per altri modi di ragionare.

Ora devo smetterla, so bene di non aver detto niente. Eppure, non riesco a dire altro. O meglio, ti devo dire grazie, amico e com­pagno di tante avventure, fratello nella fede, nel sacerdozio ma anche nella vita. L’ultima immagine che in questo momento ho della nostra amicizia è quella in cui, nel giardino di Santa Colom­ba, arrivati in piena notte a casa mia – ricordi? Tu dovevi parlare l’indomani ai miei preti e io dovevo andare a Lucca – ci siamo lasciati conquistare dal cielo stellato ed abbiamo sognato.

Ora il sogno si è avverato per te. Aiutami, accompagnami e… aspettami, don Tonino! Ora, più di quando abbiamo condiviso tanta parte della nostra vita! A presto!