N.02
Marzo/Aprile 2022

Essenzialità leggera e grata

Diversamente in cammino/20

In questo numero la rivista Vocazioni si interroga su quali siano le migliori disposizioni per ricevere ed accogliere lo Spirito Santo e lo fa riflettendo sugli apostoli chiusi in casa nel giorno di Pentecoste. 

 

Io direi che questa capacità di accoglienza vada perseguita perseverando ogni giorno in una essenzialità interiore sempre più radicale. Come il silenzio esteriore può aiutare la preghiera ma è la ricerca del silenzio interiore ad essere determinante, una cosa analoga io credo accada  anche in quella dimensione che io chiamerei dello spazio spirituale. 

 

Nello spazio esteriore a sé può essere utile una bella povertà che si tenga al riparo dal frastuono generato dal consumismo. Ma poi, e come sempre, è nel cuore dell’essere umano che si gioca la partita determinante. 

 

E la domanda determinante è chiedermi dentro di me quante cose mi sono necessarie per essere felice. 

 

All’inizio, se sarò onesto, dovrò ammettere che queste cose sono tante e che il perimetro che le contiene tutte, il perimetro della mia essenzialità possibile, è un perimetro ampio. Questo non è un problema perché non è importante il punto di partenza ma la progressione che andrò ad instaurare nel tempo. 

 

Non abbiate timore nell’attaccare con decisione il vostro perimetro interiore per ridurlo. 

 

Sono triste perché la persona che amo non mi ama? Ma sono proprio sicuro che io non possa essere felice anche senza? 

 

E quella promozione che desideravo tanto e non ho avuto, sono proprio sicuro che io non possa essere felice anche senza? 

 

Se sarete perseveranti nel ridurre ogni giorno il perimetro delle cose interiori che ritenete vi siano necessarie per essere felici, non solo sarete felici sempre più spesso ma comincerete a scorgere che oltre il vostro perimetro dell’emotivamente necessario ci sono tante cose belle che la vita vi sta donando. 

 

Riuscire a vedere questo bellissimo superfluo che la vita ci dona gratis, scatena nel cuore la gratitudine, un meraviglioso anticipatore della gioia. 

 

Solo la persona veramente essenziale a livello interiore riesce ad essere felice anche solo per una giornata di sole in inverno. Quella bella giornata in realtà non gli serve e lui non la pretende, nulla in realtà pretende che non sia necessario alla sua vita biologica, eppure quel sole è lì come un dono inatteso che scatena gratitudine. 

 

Ecco, io penso che lo Spirito sia attirato da questo vuoto interiore, da questa essenzialità leggera e sempre grata. 

 

Ora questa essenzialità interiore traslatela dalla persona alla comunità. Anche una comunità può puntare ad una essenzialità interiore sempre più radicale e diverrebbe, io penso, una comunità colmata dallo Spirito.