N.03
Maggio/Giugno 2022

Far dilagare la speranza

Diversamente in cammino/21

In questo numero, la rivista Vocazioni si interroga sulla capacità della Chiesa di uscire, accogliere, annunciare, come unica strada per portare il proprio messaggio fino ai confini della terra. 

 

Io penso che ci troviamo proprio allo spartiacque della dimensione di identità, dimensione che come persona autistica io ho vissuto tanto e nel senso della mancanza. Io sono sempre stato quello che non è normale, che non è capace di fare, che non sa partecipare. In quasi tutte le identità in cui tanti potevano riconoscersi, io ero l’escluso, quello che l’identità in questione poteva solo osservarla da fuori, cosa in sé non triste, bensì interessante ed istruttiva. 

 

Ciò che ho visto è che una identità difesa, sta già morendo. Nell’istante in cui viene concepita da chi la vive come utile per sé o rassicurante, si candida ad essere spazzata via dalla storia. 

 

Invece una identità vissuta come dono per tutto il mondo, diviene luminosa e attrattiva. 

 

Che noi, stando nelle nostre comunità cristiane, stiamo bene, siamo rassicurati e cresciamo anche a livello personale, il mondo lì fuori non può vederlo. Nella sua disperazione così diffusa, inconsapevole, il mondo attende che la Chiesa esca ad incontrarlo e porti gesti concretissimi di accoglienza capaci di far rinascere la speranza. 

 

Non si annuncia con le parole ma con gli atti concreti della propria vita. L’annuncio cristiano non credo sia roba di convinzioni declamate ma riguarda il come si vive e le croci di cui ci si fa carico per amare. La concreta testimonianza, se autentica, sincera, parla da sola ed è irresistibile. 

 

Una delle ultime cose dette da Gesù risorto prima di salire al Padre è stata l’invito ad annunciare il Vangelo ad ogni creatura. Forse voleva ricordarci che non siamo Chiesa per noi stessi e neanche solo per rendere lode a Dio ma per far dilagare una concretissima speranza che raggiunga tutti, nessuno escluso. 

 

 

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