N.01
Gennaio/Febbraio 2023

Oltre il rumore delle immagini

Le immagini sono una parte fondante delle funzioni del cervello umano, del modo in cui l’essere umano percepisce, recepisce, comprende il mondo, l’altro, se stesso; di come immagina, progetta, comunica ed entra in relazione. Attraverso le immagini l’essere umano esplora la propria interiorità e tende all’Infinito misterioso che giace al fondo della sua origine e che lo sovrasta. 

Fin dai tempi più remoti, i nostri antenati cercavano di controllare la realtà e di entrare in relazione con essa attraverso la produzione d’immagini: le pitture rupestri. Migliaia di anni più tardi la nostra vita è interamente immersa in un bagno di immagini, molte delle quali audiovisive, dotate cioè di movimento (tempo) e di suono, immagini sempre più coinvolgenti ed aggressive. 

La comunicazione che costituisce le reti sempre più pervasive delle interazioni umane, fornisce un’esperienza del mondo sempre più culturalmente immediata, intellettualmente acritica, sempre più direttamente e profondamente condizionata dalle emozioni e alle emozioni limitata, attraversata e ormai quasi del tutto invasa da procedimenti tecnici in apparenza facili e perciò non di meno strutturata da codici tutt’altro che elementari; codici che affondano le radici nella lunga e complessa storia delle immagini. 

 

Un percorso con le immagini

Nel corso di quest’annata affronteremo un percorso in sei parti tentando un approccio analitico e mediato che osservi alcune immagini tipiche e qualche volta prototipiche della comunicazione audiovisiva nel tempo presente per scoprirne gli elementi – spesso impliciti ed inavvertiti – che le fondano, le compongono e le agitano. Immagini a prima vista – è il caso di scrivere – elementari, irriflesse, quasi automaticamente e direttamente prodotte dalla realtà stessa e, in effetti, frutto di processi veloci, ma stratificati che poggiano la loro superficie su un sedimento spesso che è il lungo deposito che tutte le immagini prodotte dalla civiltà umana hanno generato nel tempo. 

 

Iconosfera e vita interiore

I l mezzo busto di un giovane alle prese con acrobazie domestiche centrate intorno a un cubo di Rubik; 

una collezione di video di sorveglianza che hanno registrato buffi o pirotecnici incidenti; la registrazione apparentemente improvvisata, naturalistica di un pasto davanti alla videocamera: sono solo alcuni dei repertori tipici che i social media riversano in rete e che lanciano verso gli occhi degli utenti. Il punto di vista scelto, il taglio dell’inquadratura, la distanza dall’obiettivo, la qualità tecnica dell’immagine, il controllo della parola e del gesto sono solo alcuni degli elementi che costituiscono la tessitura sottile e sempre più impercettibile della tela audiovisiva che ci avvolge e che, senza che ce ne rendiamo sempre conto, influisce sulle nostre emozioni, sulle nostre idee, sui nostri comportamenti, sui nostri desideri; sulla nostra capacità di essere individui autonomi e persone felici; sulla possibilità di conservare intorno a sé uno spazio bianco, un angolo di silenzio, un po’ di campo libero per la riflessione, l’introspezione, la meditazione, la preghiera. 

Se il contesto sonoro in cui viviamo condiziona profondamente la nostra capacità di concentrazione, di elaborazione, di decisione, il nostro umore; se un orecchio allenato può superare almeno fino a un certo punto il rumore, abituandosi ed esercitandosi a distinguerne le componenti, così il campo visivo che ci circonda, “l’iconosfera” che occupa il nostro orizzonte prossimo incidono a fondo sulla nostra vita interiore, sui nostri pensieri, sulle nostre aspettative e abitudini; e un occhio educato può raggiungere una visione ordinata, nitida, consapevole non arrendendosi a una percezione passiva, ma attivamente circoscrivendo il flusso delle immagini e scomponendo la trama che ci scorre tutt’intorno. 

 

Una necessaria competenza

Così come i codici che regolano la lingua scritta e parlata sono stati considerati per secoli il fondamento dell’emancipazione dell’individuo rispetto al consesso sociale e rispetto alla propria esistenza, oggi è sempre più urgente riconoscere la necessità di apprendere e applicare competenze simili anche alla comunicazione audiovisiva. 

Informazione e intrattenimento, cultura e scienza, soggettivo e oggettivo, vero e falso rischiano altrimenti di mescolarsi, confondersi e negarsi alla lettura e all’interpretazione lucide e consapevoli e annichilire gradualmente le facoltà intellettuali e spirituali della persona, compromettendone al contempo le capacità relazionali, sociali, politiche. 

 

 

 

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