N.02
Marzo/Aprile 2020

Sempre e solo Gesù Cristo

Il testamento spirituale di p. Georges Longhaye SJ a P. Léonce de Grandmaison SJ

 

Rovistando nello scrigno dello scriba, ho trovato un testo che, personalmente, ho tanto amato e che mi ha sempre accompagnato fin dal mio noviziato. Ci porta a ricordare due figure straordinarie della storia della teologia, della spiritualità e della letteratura francese a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Ci fa sentire l’affetto paterno di un padre spirituale nei confronti di un suo figlio che già mostrava i caratteri che ne avrebbero fatto un grande teologo. Ci dà delle indicazioni assolutamente urgenti e valide anche per i giorni nostri. Padre  G. Longhaye SJ (1839-1920) fu uno scrittore e un letterato. Professore di retorica, influenzò generazioni di studenti, con il suo amore per la letteratura e per l’attenzione alla formazione letteraria dell’anima. Uno dei suoi “figli” più famosi fu appunto il grande L. de Grandmaison SJ (1868-1927) – destinatario del testo qui presentato. P. de Grandmaison fu un insigne teologo che, durante gli anni concitati del modernismo, mantenne salda l’ortodossia del suo insegnamento, ma sempre con stile pacato e preciso (da vero alunno di Longhaye). Fu il fondatore della rivista Recherches de Science Religieuse, che dura tutt’oggi. 

Il messaggio di p. Longhaye al giovane Léonce è chiaro: “In tutto, cercare e trovare Gesù Cristo. Qualunque sia la tua vocazione, qualunque sia la tua ‘vocazione nella vocazione’, come direbbe von Balthasar, Gesù Cristo meditato, Gesù Cristo conosciuto, Gesù Cristo amato con passione sempre crescente e fedele a se stessa”.  

 

“Se questo testamento avesse – poiché non lo ha – forza per obbligare, io ti comanderei una cosa, una cosa sola: cercare, in ogni oggetto di studio, Gesù Cristo, il mezzo più diretto, ma sempre esistente di fare di tutta la conoscenza acquisita una testimonianza a favore di Gesù Cristo. Tutto il resto è curiosità più o meno vana, perché è più o meno incompleta o riciclata. E se Dio ti darà ancora quaranta o cinquanta anni di vigore intellettuale, non sarà mai troppo poco per studiare lo stesso Gesù Cristo e la relazione di tutte le cose, divine e umane, con Gesù Cristo […].  Questo è il mio secondo desiderio, il mio desiderio supremo. Ama Gesù Cristo, fratello mio Léonce; sii appassionato ogni giorno di più della Sua adorabile Persona fino all’ultimo respiro. Studia, scruta, ricerca, spiega senza posa per te stesso e per gli altri le Sue insondabili ricchezze; fissalo con ostinazione fino a saperlo a memoria; meglio ancora, fino ad assimilarti a Lui, ad assorbirti in Lui. Che Egli sia davvero e sempre più e più il centro dei tuoi pensieri, il nodo centrale delle tue conoscenze, il tema pratico dei tuoi studi, siano quello che siano. Fa’ di Lui l’oggetto moralmente unico, l’argomento sovrano, l’arma trionfale del tuo apostolato. Professore. Predicatore, scrittore, missionario, che so io… abbi, se Dio vorrà, e solo per la Sua gloria, una fama ampia e nobile: ma, oscuro o celebre, occupato nei ministeri più grandi o in quelli più umili, che almeno tu sia conosciuto, nella tua sfera di azione, come uomo pieno e posseduto da Gesù Cristo, come l’uomo che in modo opportuno e importuno – se solo fosse possibile – parla senza posa di Gesù Cristo e lo fa dall’abbondanza del cuore. […] Gesù Cristo meditato, Gesù Cristo conosciuto, Gesù Cristo amato con passione sempre crescente e fedele a se stessa: qui c’è tutto per te…”. 

 

(il testo è tratto da B. SESBOÜÉ, «Ignatian Spirituality and Theology», Review of Ignatian Spirituality, XXXVIII 2/2007, 29s., traduzione personale del Curatore della rubrica) 

 

 

 

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