N.05
Settembre/Ottobre 2020

Polvere e cielo

Diversamente in cammino/11

Mi piace molto il tema che Vocazioni ha scelto per questo bimestre, ossia il rapporto tra corpo e fede, perché comprendo che per le persone non autistiche possa nascere la tentazione di pensare che la fede riguardi solo l’anima ed al massimo possa coinvolgere dimensioni che hanno sì una realtà anche biologica ma sono immateriali, come il pensiero o il sentimento.

 

Credo che ciò accada perché tutto ciò che funziona bene tende ad andare sempre più sullo sfondo della nostra percezione e quindi della nostra consapevolezza. Io vi sto scrivendo queste parole ad un mio computer che sta funzionando molto bene. Perché dovrei pensare al complesso insieme di elementi hardware e software che lo compongono? Ci penso solo quando qualcosa non funziona a dovere.

 

Lo stesso credo accada nella vita umana. Il corpo funziona tutto sommato benone quasi sempre per molte persone, invece il cuore duole quasi a tutti per il difficile e faticoso mestiere di vivere ed ecco che tante persone sono concentrate sulla propria interiorità dove diverse realtà della propria vita spesso dolgono e non sul corpo che tutto sommato va avanti senza dare troppi problemi.

 

Ed ecco che la fede deve allora salvare l’anima qui ed ora dai suoi pensieri e dolori, il corpo non ne ha bisogno.

 

Ora immaginate di essere autistici come me.

 

Il vostro corpo funziona bene, il vostro cervello benissimo ma in modo diversissimo dagli altri esseri umani e radicalmente inefficace a gestire la realtà che gli altri non autistici hanno costruito a loro misura.

 

Immaginate di essere ipersensibili su tutti i cinque sensi ed essere disturbati e confusi quasi tutto il giorno dagli stimoli sensoriali che trovate eccessivi per quantità ed intensità.

 

Immaginate che la sirena di un’ambulanza non sia un fastidio ma un dolore mentale capace di farvi soffrire e bloccare per dieci secondi ogni vostra attività.

 

Immaginate di percepire spesso la realtà circostante come una cascata di dettagli di cui non capite nulla e di non saper parlare per chiedere aiuto.

 

A livello di vita interiore, mi sembra di essere molto più sereno del non autistico medio perché mi viene credo più facile accettare gli insuccessi e godere della mia vita lo stesso. Il mio problema è nel cervello che presenta anche eccellenze ma funziona alieno per questo pianeta.

 

Io ho una fede che aiuta a credere che il mio corpo potrà sempre migliorare nel sostenere la realtà. Sono anni che credo che posso migliorare, che non sono solo in questa battaglia ma sostenuto da un grande amore che mi porta e da tante persone che mi amano, aiutano, accompagnano.

 

Da quando ero bambino, credo in questo amore e credere mi ha dato la perseveranza dell’impegno, credere ha aperto una possibilità di uscire dall’isolamento e così sono migliorato sempre, lentamente ma inesorabilmente.

 

Credere nell’amore che ricevevo mi ha aperto alla speranza e questa ha portato alla tenacia della perseveranza. È per questo che ho imparato a scrivere ed ora posso comunicare con voi.

 

Tante persone, incontrando Gesù, sono state rimesse in cammino nelle loro vite anche con il risanamento del corpo.

 

Io credo in una possibilità di salvezza per la persona nella sua interezza. Per questo credo la Chiesa inviti a credere l’indicibile e chi va in chiesa lo sussurra nel credo ogni domenica.

 

La storia di salvezza di ciascuno di noi comincia tra le difficoltà di questa vita ma non termina con il meraviglioso ritorno delle nostre anime nella casa del Padre. Terminerà alla fine di ogni tempo con la resurrezione della carne.

 

Dio lo sa che siamo fatti anche di terra. Siamo polvere e cielo ben mischiati insieme.

 

 

 

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