Abbiamo un bisogno vitale della mediazione dello sguardo dell’altro, per amarci e accettarci. Può essere lo sguardo di un genitore, di un amico, di un padre spirituale, ma meglio di ogni altro è lo sguardo di Dio, Padre nostro. Perché è lo sguardo più puro, più vero, più tenero, più amoroso e più denso di speranza che ci sia al mondo. E credo che il più gran regalo che possa ricevere chi cerca il volto di Dio, perseverando nella preghiera, sia che un giorno o l’altro egli intuirà qualcosa di quello sguardo divino posato su di lui, si sentirà tanto teneramente amato da ricevere la grazia di accettarsi fino in fondo.

(Jacques Philippe, La libertà interiore. La forza della fede, della speranza e dell’amore, San Paolo 2007, pp. 32-33)